Governo e maggioranza stanno lavorando su un doppio binario: presentare in Commissione le modifiche alla legge di stabilità, che lunedì pomeriggio deve approdare in aula. E mettere a punto il decreto sullo stop all’Imu che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare martedì. Una duplice corsa a ostacoli. Per quanto riguarda la stabilità, manca ancora una soluzione concordata sui capitoli casa e cuneo fiscale. Ma sul secondo punto l’accordo è più vicino e potrebbe essere raggiunto nella notte: probabilmente gli sgravi saranno concentrati sui redditi inferiori ai 30 mila euro. Sulla casa l’ipotesi è che l’anno prossimo si paghi meno di quanto pagato nel 2012: si punta al momento sulle detrazioni e su un tetto per le aliquote che i Comuni potranno applicare, così che chi non pagava l’Imu continui ad essere esentato.
Nel complesso il governo sta cercando risorse aggiuntive per 1,3 miliardi per rafforzare il ddl: le risorse arriveranno da un mix di maggiori entrate e minori spese: circa 600 milioni da misure relative ai contratti di leasing, altri 400 milioni sarebbero stati individuati su varie voci. All’appello mancherebbero ancora 300 milioni di euro. Sul fronte delle maggiori entrate è previsto un aggravio dall’1,5 al 2% dell’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero. Mentre sull’altro piatto della bilancia il governo punta a incrementare il fondo taglia tasse con 602 milioni di euro nel biennio 2014-2015. Ulte- riori 65 milioni all’anno vengono previsti a decorrere dal 2016. Tra i tagli, quelli imposti alle Authority, che dovranno risparmiare il 10%, e quelli che verranno dalle elezioni e dai Referendum: si voterà un solo giorno e le schede saranno più piccole per risparmiare carta.
Tornando all’Imu si confermano i maxi acconti fiscali per il sistema bancario. Se le ipotesi verranno confermate è previsto un aumento al 128% nel 2013 (e al 127% nel 2014) dell’acconto Ires per banche e assicurazioni. Sul fronte del risparmio amministrato, «i soggetti che applicano l’imposta sostitutiva sono tenuti, entro il 16 dicembre di ciascun anno, al versamento di un importo, a titolo di acconto, pari al 100% dell’ammontare complessivo dei versamenti dovuti nei primi undici mesi del medesimo anno ». Anche le imprese non bancarie vengono coinvolte. Gli anticipi di fine anno dovrebbero salire infatti dal 100 al 101% per l’Ires. L’altro pezzo della copertura Imu arriva poi dalle accise: gli aumenti su benzina e gasoli mirano a «determinare maggiori entrate nette non inferiori a 1.505 milioni di euro per il 2015 e 42 milioni di euro per il 2016». Aumenti, va detto, ancora da confermare.