sabato 23 novembre 2013
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Quando mancano i soldi alla fine spunta l’aumen­to della benzina. Magari non immediato, ma co­munque aumento. Sarà infatti il rincaro delle ac­cise dal 2015 a fornire parte della copertura per la cancellazione della seconda rata dell’Imu insieme ai maxi acconti fiscali per le banche. E un intervento sui carbu­ranti potrebbe entrare anche alla legge di stabilità: i rin­cari vengono previsti, in questo caso nel 2017 e nel 2018, dalla bozza di un emendamento del governo.
Governo e maggioranza stanno lavorando su un doppio binario: pre­sentare in Commissione le modifiche alla legge di stabi­lità, che lunedì pomeriggio deve approdare in aula. E met­tere a punto il decreto sullo stop all’Imu che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare martedì. Una duplice corsa a ostacoli. Per quanto riguarda la stabilità, manca ancora una solu­zione concordata sui capitoli casa e cuneo fiscale. Ma sul secondo punto l’accordo è più vicino e potrebbe essere raggiunto nella notte: probabilmente gli sgravi saranno concentrati sui redditi inferiori ai 30 mila euro. Sulla ca­sa l’ipotesi è che l’anno prossimo si paghi meno di quan­to pagato nel 2012: si punta al momento sulle detrazioni e su un tetto per le aliquote che i Comuni potranno ap­plicare, così che chi non pagava l’Imu continui ad essere esentato.
Nel complesso il governo sta cercando risorse aggiuntive per 1,3 miliardi per rafforzare il ddl: le risorse arriveran­no da un mix di maggiori entrate e minori spese: circa 600 milioni da misure relative ai contratti di leasing, altri 400 milioni sarebbero stati individuati su varie voci. Al­l’appello mancherebbero ancora 300 milioni di euro. Sul fronte delle maggiori entrate è previsto un aggravio dall’1,5 al 2% dell’imposta sul valore delle attività finan­ziarie detenute all’estero. Mentre sull’altro piatto della bi­lancia il governo punta a incrementare il fondo taglia tas­se con 602 milioni di euro nel biennio 2014-2015. Ulte- riori 65 milioni all’anno vengono previsti a decorrere dal 2016. Tra i tagli, quelli imposti alle Authority, che dovran­no risparmiare il 10%, e quelli che verranno dalle elezio­ni e dai Referendum: si voterà un solo giorno e le schede saranno più piccole per risparmiare carta.
Tornando all’Imu si confermano i maxi acconti fiscali per il sistema bancario. Se le ipotesi verranno confermate è previsto un aumento al 128% nel 2013 (e al 127% nel 2014) dell’acconto Ires per banche e assicurazioni. Sul fronte del risparmio amministrato, «i soggetti che applicano l’imposta sostitutiva sono tenuti, entro il 16 dicembre di ciascun anno, al versamento di un importo, a titolo di ac­conto, pari al 100% dell’ammontare complessivo dei ver­samenti dovuti nei primi undici mesi del medesimo an­no ». Anche le imprese non bancarie vengono coinvolte. Gli anticipi di fine anno dovrebbero salire infatti dal 100 al 101% per l’Ires. L’altro pezzo della copertura Imu arri­va poi dalle accise: gli aumenti su benzina e gasoli mira­no a «determinare maggiori entrate nette non inferiori a 1.505 milioni di euro per il 2015 e 42 milioni di euro per il 2016». Aumenti, va detto, ancora da confermare.
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