Continuano a correre le tariffe, soprattutto quelle dei servizi locali come acqua potabile, rifiuti, trasporti e servizi sanitari. Per le famiglie l'esborso complessivo in un anno è cresciuto di quasi il 6% (+5,9%). Lo rileva l'Osservatorio Prezzi e mercati dell'Indis, Istituto dell'Unioncamere specializzato nella distribuzione e servizi, segnalando che metà dell'inflazione generale registrata nella prima metà del 2014 si deve proprio alle tariffe pubbliche locali. A giugno 2014 rispetto all'anno precedente l'incremento complessivo (locali e nazionale) è stato del 4%, ma quelle a controllo nazionale hanno fermato la loro corsa all'1,6%, per effetto soprattutto del rincaro inarrestabile dei pedaggi autostradali (+4,5%).Tra le tariffe locali, dice l'Osservatorio Indis, svettano soprattutto gli aumenti dei rifiuti solidi urbani (+15,2%), dell'acqua potabile (+6%) e dei servizi sanitari locali (+5,3%). Si assesta poi al +4,4% la crescita dei costi dei trasporti ferroviari regionali mentre supera il 2,5% l'aumento dei trasporti urbani. "La competitività delle imprese, soprattutto nei confronti dei competitori esteri - commenta il presidente di Unioncamere,
Ferruccio Dardanello - sta anche nella possibilità di competere almeno ad armi pari sul fronte dei costi dei servizi necessari alla produzione". Di contro, la buona notizia per le famiglie è relativa alla bassa inflazione, che resterà tale anche nella seconda metà del2014 che dovrebbe chiudersi sullo 0,4%. E nel 2015 sotto il punto percentuale, secondo le stime Unioncamere che esclude il rischio deflazione. I mesi centrali del 2014 restituiscono un ulteriore scivolamento dell'inflazione: esaurito il traino dei carburanti e delle tariffe energetiche, che sino a metà 2013 avevano guidato i rincari, la dinamica dei prezzi al consumo si è portata poco sopra il valore nullo (0,3% nel mese di giugno, 0,1% secondo le anticipazioni dell'Istituto nazionale di Statistica per il mese di luglio). "Una buona notizia per le famiglie: il consolidamento del potere d'acquisto dopo due anni di caduta sta contribuendo a liberare risorse da destinare ai consumi". Nessuna sorpresa neppure nel carrello della spesa alimentare: a fronte di comparti che sono ancora oggetto di qualche fervore (bevande, latte e derivati +2% nell'ultimo anno), si rilevano prodotti con variazioni nulle o prossime allo zero. In territorio negativo le carni (-0,1% anno su anno), e gli oli (-0,5% tra maggio 2013 e maggio 2014).