Dopo una lunga trattativa e otto anni di blocco i 240mila impiegati pubblici hanno il nuovo contratto
Un aumento medio mensile di circa 85 euro sullo stipendio base, un bonus extra destinato solo alle categorie collocate nelle fasce più basse della scala parametrale. E ancora: il versamento degli arretrati maturati in più di due anni, un congedo riservato alle donne vittime di molestie, l'introduzione di misure specifiche volte a contrastare elevati tassi di assenteismo e l'istituzione di una banca delle ore presso ogni amministrazione. Sono queste alcune delle misure contenute nel nuovo contratto degli statali per il triennio 2016-2018 firmato lo scorso 23 dicembre dopo una lunga trattativa tra Aran e sindacati. Il primo contratto di lavoro del settore pubblico ad essere rinnovato dopo 8 anni di blocco della contrattazione nazionale che coinvolge circa 240 mila lavoratori. Vediamo, di seguito, tutte le novità in arrivo nel 2018.
L'aumento tabellare di 85 euro medi lordi al mese, finanziato dalla legge di Bilancio, prevede un complesso meccanismo a salvaguardia del bonus da 80 euro per i redditi bassi. Un ulteriore aumento in busta paga in media di 31 euro lordi al mese (da un minimo di 21.10 euro a 25,80) viene riconosciuto con il cosiddetto "elemento perequativo" che sarà corrisposto da marzo a dicembre 2018 con i primi aumenti tabellari. Una cifra che va da un minimo di 370 euro per i redditi più bassi a un massimo di 754 euro sarà corrisposta in base agli incrementi mensili della retribuzione tabellare, comprese le tredicesime, degli anni 2016, 2017 e i primi due mesi del 2018 (presumendo che gli aumenti in busta paga arriveranno effettivamente a marzo).
È previsto il licenziamento del dipendente pubblico che è recidivo nell’attuare comportamenti o molestie a carattere sessuale nell’arco di due anni o quando l’atto, il comportamento o la molestia risulti particolarmente grave.
Le dipendenti pubbliche che sono inserite nei percorsi di protezione, vittime di violenza di genere, hanno diritto ad astenersi dal lavoro per un periodo massimo di congedo di tre mesi (90 giorni) da fruire nell’arco temporale di tre anni. Queste dipendenti hanno diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a parziale e possono presentare domanda di trasferimento ad altra amministrazione pubblica in un comune diverso da quello di residenza.
Nell'ambito delle disposizioni dirette a una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare viene contemplato l’orario di lavoro flessibile che consiste nell’individuazione di fasce temporali di flessibilità in entrata e in uscita. La casistica è varia: maternità, paternità, legge 104, inserimento figli all’asilo nido, scuole materne e primarie, volontariato o in progetti terapeutici di recupero.
Al fine di consentire una maggiore flessibilità nella fruizione delle ore di lavoro straordinario o supplementare è istituita, presso ciascuna amministrazione, la banca delle ore, con un conto individuale per ciascun lavoratore.
Su base volontaria e a titolo gratuito il dipendente può cedere in tutto o in parte ad altro dipendente, che abbia esigenza di prestare assistenza ai figli minori che necessitino di cure costanti per particolari condizioni di salute, le giornate di ferie eccedenti alle quattro settimane annuali (che il lavoratore deve usufruire obbligatoriamente) o le quattro giornate di riposo per le festività soppresse. Ogni richiesta da parte del dipendente che ne ha bisogno può arrivare fino a 30 giorni (reiterabili).
Possono usufruire del servizio mensa o del buono pasto da sette euro gli statali che lavorano cinque giorni su sette e abbiano effettuato un orario di lavoro di almeno sette ore e trenta minuti, con una pausa non inferiore a 30 minuti per la consumazione del pasto. È esclusa ogni forma di monetizzazione indennizzante.
Sono riconosciute 18 ore annuali di permessi per visite, terapie, prestazioni specialistiche o esami diagnostici, comprensive anche dei tempi di percorrenza da e per la sede di lavoro, fruibili sia su base giornaliera che oraria. In caso di patologie gravi che richiedono terapie salvavita come emodialisi e chemioterapia queste assenze sono escluse dal computo delle assenze per malattia.
Gli statali in eccedenza potranno essere impiegati da un'altra amministrazione non solo a livello regionale ma addirittura nazionale.
Polizze sanitarie integrative al Ssn sono previste per gli statali nell'ambito del welfare aziendale tra le opzioni che le pubbliche amministrazioni potranno scegliere in sede di contrattazione integrativa. Tra le misure, anche iniziative di sostegno al reddito della famiglia (sussidi e rimborsi) per i nuclei con redditi più bassi, supporto all'istruzione e promozione del merito dei figli e contributi a favore di attività culturali, ricreative e sociali. Un'attenzione particolare viene prestata con prestiti a favore dei dipendenti che hanno difficoltà ad accedere ai canali ordinari del credito bancario o che si trovino nella necessità di affrontare spese non differibili.
Sono previste misure per disincentivare elevati tassi di assenza del personale. Nei casi in cui, in sede di analisi dei dati, siano rilevate assenze medie che presentino significativi e non motivabili scostamenti rispetto a benchmark di settore pubblicati a livello nazionale ovvero siano osservate anomale e non oggettivamente motivabili concentrazioni di assenze, in continuità con le giornate festive e di riposo settimanale e nei periodi in cui è più elevata la domanda di servizi da parte dell'utenza, sono proposte misure finalizzate a conseguire obiettivi di miglioramento.
Ai dipendenti che conseguano le valutazioni più elevate è attribuita una maggiorazione del premio individuale che si aggiunge alla quota di detto premio attribuita al personale valutato positivamente sulla base dei criteri selettivi. La misura di detta maggiorazione, definita in sede di contrattazione integrativa, non potrà comunque essere inferiore al 30% del valore medio pro-capite dei premi attribuiti al personale valutato positivamente. La contrattazione integrativa definisce altresì, preventivamente, una limitata quota massima di personale valutato, a cui tale maggiorazione può essere attribuita.
Il numero massimo dei contratti a tempo determinato non può superare il tetto annuale del 20% del personale a tempo indeterminato. I contratti a termine hanno durata massima di 36 mesi.
Agli statali viene concessa la possibilità di prendere permessi a ore retribuito, per particolari motivi personali o familiari, e dunque non solo l’intera giornata qualora ne abbiano necessità fino a un massimo di 18 ore in un anno, che non vanno a incidere sul monte ferie.
I dipendenti pubblici in via conciliativa con l’autorità disciplinare competente possono procedere alla "determinazione concordata" della sanzione disciplinare da applicare fuori dei casi per i quali la legge e il contratto collettivo prevedono la sanzione del licenziamento con o senza preavviso.
Viene introdotto un organismo paritetico tra amministrazione e sindacati in materia di formazione del personale e non solo. E' la sede in cui si attivano stabilmente relazioni aperte e collaborative su progetti di organizzazione e innovazione, miglioramento dei servizi, promozione della legalità, della qualità del lavoro e del benessere organizzativo al fine di formulare proposte all'amministrazione o alle parti negoziali della contrattazione integrativa.