Ridotte risorse Mose 2014Si riducono di 49 milioni di euro le risorse destinate al Mose nel 2014, che scendono così da 200 a 151 milioni di euro. Lo prevede una bozza di emendamento del governo alla legge di stabilità. Gli stanziamenti sono riassegnati per l'anno 2017, con un'autorizzazione di spesa che passa da 30 a 79 milioni di euro.
Fondo garanzia nuovi stadiIl fondo di garanzia per la costruzione, l'ammodernamento e l'acquisto di impianti sportivi (compresi gli stadi da parte di società o associazioni sportive) sarà integrato con 10 milioni nel 2014, 15 milioni nel 2015 e 20 milioni per il 2016. E' quanto prevede il pacchetto di emendamenti del governo alla legge di stabilità secondo una bozza arrivata in Parlamento
LEGGE IN STALLONon si è ancora sbloccato il cammino della legge di stabilità in commissione Bilancio al Senato. E ora il governo pensa al voto di fiducia in aula per accelerare l’iter del ddl e costringere la nuova Forza Italia a chiarire la sua posizione politica nei confronti dell’esecutivo. Lo stallo sulla manovra risente in queste ore soprattutto della contrapposizione tra gli alfaniani del Nuovo Centrodestra e i "falchi" rimasti con Berlusconi. Per ora questi ultimi partecipano agli incontri di maggioranza ma c’è la possibilità che si preparino a votare contro la manovra.Oggi dovrebbe essere la giornata decisiva per verificare se si trova l’accordo sui contenuti. I relatori hanno chiesto ai gruppi di sfrondare la valanga di emendamenti presentati (oltre 1.500) segnalando i 200 più importanti su cui concentrare il confronto. Ma restano le resistenze dei berlusconiani. L’appuntamento è per questa mattina. Il pacchetto di emendamenti decisivo sarà quello presentato dagli stessi relatori, che lavorano d’intesa con il governo e in particolare con il vice-ministro Fassina e il sottosegretario alla presidenza Legnini. Il calendario prevedeva l’ok finale della commissione domani sera e l’approdo in aula venerdì. Ma la tempistica può allungarsi e l’arrivo all’assemblea di Palazzo Madama slittare a lunedì. L’ipotesi della fiducia è legata a una votazione in aula in tempi stretti, prima del 27, quando è atteso il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi.Intanto il governo si appresta a mettere la parola fine al tormentone della seconda rata dell’Imu 2013: il Consiglio dei ministri non è ancora convocato ma è quasi sicuro che si terrà domani per varare il decreto che annulla il pagamento. L’ultimo braccio di ferro in corso in queste ore riguarda l’ipotesi di continuare a far pagare terreni e fabbricati agricoli. In questo modo scenderebbero da 2,4 a 2 miliardi di euro le risorse da trovare a copertura del mancato gettito Imu. Contro questa scelta insorge la nuova Forza Italia, che ieri ha messo nel mirino i rappresentanti del Ncc, a partire dal ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo. Altro nodo da sciogliere riguarda le case di lusso: continueranno a pagare solo le categorie catastali A1, A8 e A9 o saranno chiamati ai versamenti anche i proprietari di altre abitazioni di pregio? Il grosso delle risorse a copertura del decreto Imu arriverà comunque dai maxi-acconti per Ires e Irap chiesti alle banche. Spunta l’anticipo anche sul risparmio amministrato.Il tema della casa è centrale anche nel cammino della legge di stabilità. I due relatori (Santini, del Pd e D’Ali, del Ncd) puntano a una nuova tassazione che il prossimo anno sia inferiore a quella prevista nel 2013 e non superi quanto si è pagato nel 2012. Forza Italia spinge per la totale esclusione della componente patrimoniale dagli oneri previsti per le prime case. Sul taglio del cuneo fiscale si conferma il tentativo di ridurre la platea ai redditi più bassi, ma si guarda anche ai benefici a favore delle imprese. Sulla vendita degli immobili balneari si potrebbe trovare un accordo tra i gruppi parlamentari, accordo già sicuro per quanto riguarda la piattaforma di garanzie per il credito alle imprese attraverso il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti.Nel frattempo relatori e governo hanno già messo a punto una proposta di modifica: che estende anche a Bankitalia la stretta sul pubblico impiego: il tetto agli stipendi dei manager riguarderà anche Via Nazionale, così come il blocco del turn over. Si tratterebbe di una norma di indirizzo che salva formalmente l’autonomia di bilancio di Bankitalia. Nicola Pini