mercoledì 13 novembre 2013
Sulle riforme italia "osservata speciale" per la Commissione Ue: «Tasse elevate su lavoro e capitale». Barroso: «Ripresa si intravede ma è fragile».
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In Italia "la tassazione sul lavoro e il capitale resta elevata": questo il giudizio della Commissione Ue nel suo rapporto sull'applicazione delle riforme contenute nelle Raccomandazioni specifiche per Paese.  La Commissione Ue ribadisce il suo allarme sull'elevato debito e l'aumento della disoccupazione in Italia. Su quest'ultimo aspetto, in particolare, il rapporto sugli squilibri macroeconomici evidenzia gli elevati livelli della disoccupazione giovanile e l'aumento "marcato" di povertà ed esclusione sociale. 

Una disamina contenuta anche nelle parole del  presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, in occasione della presentazione dell'analisi annuale sulla crescita: "Credo che l'Italia debba continuare sulla via delle riforme". "L'instabilità politica non metta a rischio i progressi raggiunti» ammonisce Barroso, aggiungendo: «In Italia, vanno completate le riforme promesse dal governo".

Gli sforzi per la correzione di bilancio avviati nel 2011 hanno portato il Belpaese «a una correzione del deficit eccessivo». Tuttavia il debito pubblico italiano resta "l'onere maggiore" per il nostro paese e "un continuo monitoraggio degli sviluppi di bilancio restano giustificati per garantire il rispetto del Patto di crescita e stabilità", scrive la Commissione europea.Che critica l'Italia per l'assenza di una riforma fiscale. Nel nostro paese "la riforma del sistema fiscale rimane frammentaria", si legge nel documento. "Nel 2013 la tassa sulla prima casa è stata dimezzata e nel 2014 dovrebbe essere sostituita da una nuova tassa locale sui servizi", ma l'Italia deve fare in modo che la nuova tassa sia "definita in modo appropriato". Secondo l'esecutivo comunitario "la definizione appropriata della nuova tassa e la revisione dei valori catastali saranno fattori critici per l'equità della tassa sulla proprietà e per l'efficienza del sistema fiscale". Inoltre, continua l'analisi della Commissione Ue, "nonostante le azioni annunciate per il 2014 e quelle annunciate in precedenza, le tasse sul lavoro e i capitali rimane elevata".

Più in dettaglio, in Italia la riforma del mercato del lavoro procede "a rilento", afferma la Commissione. La rigidità e la frammentazione del mercato del lavoro "sono state una caratteristica strutturale dell'Italia", si legge. Per ovviare al problema, si ricorda nel documento, nel 2012 è stata varato un progetto di riforma del mercato del lavoro (la riforma Fornero) che, tra le altre cose, prevede la limitazione dei contratti atipici, un assetto più efficiente, più coerente e più equo degli ammortizzatori sociali, e nuove regole per il licenziamento. "L'attuazione però procede lentamente, soprattutto per quanto riguarda la modernizzazione del servizio pubblico". Allo stato attuale "restano questioni di grande preoccupazione la disoccupazione femminile e giovanile", e in questo ambito "le misure adottate nei mesi scorsi, le ultime ad agosto, vanno attuate rapidamente". Infine la Commissione europea ravvisa "l'urgenza di miglioramenti" nel settore dell'istruzione per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.​La situazione europea. "Negare che ci sono progressi nell'economia europea sarebbe un grosso errore". Lo afferma il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, in occasione della presentazione dell'analisi annuale sulla crescita e della relazione del meccanismo di allerta che avvia la procedura per gli squilibri macroeconomici. "Oggi c'è una differenza fondamentale in Europa: la crescita sta arrivando ad un punto di svolta, due paesi - Irlanda e Spagna - stanno concludendo i propri programmi, e quasi certamente ne usciranno positivamente a breve". Barroso riconosce che "la ripresa è ancora fragile", ma sottolinea che "siamo usciti dalla recessione" e che "anche nell'ultima riunione del G-20 è stato riconosciuto che l'Europa non è vista più come il grande problema dell'economia mondiale". Per questi motivi, ribadisce Barroso, "negare i progressi sarabbe un grosso errore, perchè vorrebbe dire lanciare un messaggio errato".

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