"È folle chi pensa di poter fare a meno dell'euro". È quanto ha dichiarato il presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi, intervendo all'Università Bocconi in occasione della Festa dell'Europa. "L'uscita dall'euro - ha aggiunto - per l'Italia potrebbe rappresentare un calo del Pil del 30%". Si tratta, ha spiegato, di un'elaborazione del Centro Studi di Confindustria. I dati sul Pil e sulla disoccupazione in Europa dicono che "occorre cambiare marcia" e che "occorre farlo con la massima urgenza perchè il tempo stringe, le imprese sono sempre più in difficoltà e la disoccupazione aumenta ogni giorno di più". Questo l'appello lanciato dal presidente di Confindustria. Il leader degli industriali sollecita in particolare "una strategia a 360 gradi che coniughi le azioni volte ad assicurare stabilità finanziaria e il risanamento dei bilanci con le misure concrete per lo sviluppo". In poche parole, secondo Squinzi, "è giunto il momento di rimettere al centro dell'agenda europea il rilancio della crescita e di moltiplicare gli sforzi per ricondurre l'Europa su un percorso capace di far ripartire l'economia e di creare posti di lavoro soprattutto fra i giovani". E per farlo occorre però "trovare un più giusto equilibrio fra rigore e sviluppo"."Il persistere della crisi e gli effetti sempre più negativi che essa sta producendo mostrano, hanno mostrato, i limiti di politiche troppo incentrate sul rigore", afferma Squinzi. A livello europeo si è aperto "un ampio dibattito sulla fondatezza delle misure di austerity seguite sin qui. A proposito del progetto sempre sostenuto dal presidente di Confindustria per "la nascita degli Stati Uniti d'Europa", Squinzi aggiunge di condividere "l'idea di Emma Bonino di una federazione leggera, che richiami il federalismo di Schumann, Spinelli e Adenauer, ma che tenga conto della realtà di oggi".