domenica 29 agosto 2010
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Era cosa nota che l’Italia spendesse poco, molto poco per la famiglia e la maternità. Ora un’indicazione ufficiale arriva proprio dal ministero dell’Economia. Per queste voci basilari l’Italia è fanalino di coda nell’Unione europea, assieme a Spagna e Portogallo: l’anno scorso ha destinato non più dell’1,4% (cioè sui 22-23 miliardi di euro) del Prodotto interno lordo, appunto uno dei livelli più bassi in Europa anche se rispetto al 2007, quand’era all’1,2%, la tendenza è leggermente in ascesa. I dati provengono dall’ultima "Relazione generale sulla situazione economica del Paese", pubblicata di recente dal Tesoro. E autorizzano le opposizioni ad alzare la voce: per il Pd «risulta evidente che questo governo non ha sostanzialmente fatto nulla per aiutare le famiglie» e anche per Maurizio Zipponi (Idv) «smascherano la propaganda e le chiacchiere» dell’esecutivo. Replica del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «In senso ampio la famiglia italiana è indirettamente sostenuta anche dalla spesa per invalidità, per ammortizzatori sociali e pensioni» e la famiglia «ha potuto essere in sé un ammortizzatore» proprio perché ha ricevuto «varie provvidenze». E per un altro ministro, Mara Carfagna, noi «purtroppo scontiamo un ritardo storico nei servizi per l’infanzia e, quindi, per le famiglie», ma «è per questo che il governo, seppur in un momento non facile, ha investito ingenti risorse per risalire la china, come mostrano i dati più recenti».Ma torniamo alle cifre, che escono dopo che negli ultimi giorni si è tornato a parlare di quoziente familiare, come ricorda nell’Udc il segretario Lorenzo Cesa per il quale i dati, nel «certificare il grave disinteresse del governo verso le famiglie», confermano che il quoziente va introdotto. Il più aggiornato dato comparato fra i vari stati è quello del 2007, anche se poi la relazione offre un aggiornamento al 2009 per la sola Italia. Ma resta evidente che anche l’1,4% italiano del 2009 è comunque poca cosa contro il 2,1% di media nella Ue a 15 e il 2% della complessiva Unione a 27. Ed è abissalmente lontano dai valori massimi del 3,7% del Pil speso in Danimarca o dal 3% della Svezia.Ma la distanza non è solo rispetto ai Paesi scandinavi, che hanno una tradizione di Welfare "forte": l’Italia spende in ogni caso la metà della Germania e dell’Austria (2,8%) o della Francia (2,5%). Solo Regno Unito e Grecia, con l’1,5% impiegato, veleggiano non troppo distanti dalla spesa italiana. Se invece si analizza la quantità di uscite per famiglia e maternità rispetto all’insieme delle sole prestazioni di protezione sociale, l’Italia fra i 27 stati comunitari precede solo la Polonia: pesa difatti per il 4,7% (in Polonia è al 4,5%), a fronte dell’8% di media complessiva. Se poi si guarda al dettaglio delle prestazioni di protezione sociale, emerge che l’anno scorso la spesa pubblica per gli assegni familiari è scesa a 6,39 miliardi di euro dai 6,675 del 2008, con un calo del 4,3%. In riduzione risulta pure la spesa per l’indennità di maternità, che figura in un’unica voce assieme a quelle di malattia e per gli infortuni: qui la flessione è stata del 2,5% rispetto al 2008. La politica, infine. Per il Pd parla Cecilia Carmassi, responsabile politiche per la famiglia, convinta che quando usciranno i dati 2010 (cioè post-manovra) la situazione sarà ancora peggiore. E Angelo Bonelli (Verdi) invita a «convertire per il sociale le spese in armamenti, oltre 40 miliardi. Con un caccia si possono costruire 84 asili-nido».
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