L'ascesa dei prodotti con l'etichetta del supermercato
Tra gli scaffali del supermercato c’è marca e marca. Le famiglie che ogni settimana percorrono i corridoi munite di carrello scrutando scatole, barattoli e confezioni varie alla ricerca dell’offerta che tenga meglio in equilibrio qualità e prezzo, lo sanno bene. A parte i grandi brand, quelli raccontati – e spesso urlati – dagli spot di cui spesso è difficile capire se il costo equivalga davvero alla notorietà, e a parte i prodotti di fascia più bassa di cui spesso non è agevole cogliere il reale valore, c’è un gruppo di prodotti noti come “marca del distributore” che da qualche anno sembra rappresentare l’alternativa intelligente per una spesa attenta al borsellino ma anche alla bontà di quello che finisce in tavola. Hanno raggiunto ormai quasi il 20% della quota di mercato permettendo così alle famiglie un risparmio di 1,7 miliardi l’anno. Se ne parlerà domani, mercoledì 18, al convegno Marca2017 che si apre a Bologna Fiere con l’intervento di esperti di marketing e di nutrizione.
“L’evento – afferma Giorgio Santambrogio, presidente Adm (Associazione distribuzione moderna) – invita a riflettere sui fattori di successo che hanno portato la marca del distributore ad assumere il ruolo di vera e propria brand sempre più apprezzata dai consumatori. Se prima la marca commerciale esprimeva solo un’opportunità di convenienza, ora identifica un mondo di valori, di diversificazione d’offerta, di innovazione”. Lo confermano i numeri. Non è solo una crescita quantitativa (i prodotti del distributore sono complessivamente arrivati a quota 1.384). Le novità più appetitose – è il caso di dirlo – si trovano tra gli scaffali del comparto bio (+9,5%) e premium (+11,6%), cioè quel gruppo di prodotti a marchio “interno” che offrono comunque un livello d’eccellenza ma senza gravare troppo sul conto finale. Il confronto tra prezzo medio dei prodotti “grandi marchi” e quelli a “marca del distributore” parla chiaro. Limitandoci per esempio ai prodotti per la prima colazione, su una spesa di 50 euro, il risparmio è di circa un quinto.
Basta fare un giro tra gli scaffali per rendersene conto. Puntando sulle marmellate di frutta si risparmia mediamente il 27%, con le fette biscottate il 18%, con i biscotti il 35%, con la frutta fresca il 12%. Grandi opportunità anche con prodotti come succhi di frutta (-21%), muesli (-11%), yogurt (-21%) e uova (-6%). Insomma, appetito e cibi salutari senza rischiare di far venire il mal di stomaco al portafogli. Meglio di così.