La ministra Madia al tavolo con i sindacati
Dopo nove anni di blocco dei contratti, nella notte è stato sottoscritto al ministero della Funzione pubblica l'accordo negoziale riguardante le Forze armate, di sicurezza e di polizia. L'intesa è stata firmata dai ministri della Pubblica amministrazione Marianna Madia, della Difesa Roberta Pinotti e dell'Interno Marco Minniti. Lo ricorda Marianna Madia in un tweet dopo l'annuncio dato dal sottosegretario Angelo Rughetti, che ha la delega dal governo alla trattativa: «450mila lavoratrici e lavoratori del comparto sicurezza e difesa della #PA da oggi hanno un nuovo #contratto uomini e donne che ogni giorno assicurano il controllo, la tutela e la sicurezza di tutti noi e dei nostri territori».
«Stiamo andando avanti all'Aran sulle trattative degli altri tre comparti della Pa che mancano: la conoscenza, la sanità e gli enti locali». Lo ha detto la ministra della Pa in conferenza stampa a Palazzo Chigi con i ministri della Difesa Pinotti e dell'Interno Minniti dopo la firma del nuovo contratto per i comparti sicurezza e difesa. «La conoscenza - ha spiegato la ministra - con circa un milione e 200 dipendenti pubblici è già in uno stato di avanzamento buono della trattativa, ma prossimamente all'Aran daranno anche convocati i comparti della sanità e degli enti locali».
«La parte economica prevede un aumento medio pari a 93 euro, per poi continuare il confronto sulla parte normativa», dichiara in una nota il segretario generale della Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl, Pompeo Mannone. «L'accelerazione sulla parte economica - aggiunge - è stata operata per fare arrivare nel più breve tempo possibile nelle tasche dei colleghi gli aumenti contrattuali. Dopo il riordino delle carriere, il rinnovo contrattuale e anche le risorse relative alla specificità del comparto pari a una media di sette euro mensili per un totale di 100 euro. Gli arretrati per gli anni 2016 e 2017 assommano a circa 600 euro. Quindi, un positivo risultato quello ottenuto in nottata, tenendo conto delle risorse stanziate nella legge di Bilancio e della fine della legislatura.
Sono stati assunti dal governo diversi impegni tra cui l'avvio della previdenza complementare, tema richiesto in modo peculiare
dalla nostra Federazione».
Le reazioni
«Lo sforzo del governo è stato insufficiente e i poliziotti non hanno ottenuto alcun beneficio economico, soprattutto alla luce degli otto anni del blocco contrattuale. È solo uno spot pubblicitario a vantaggio del governo in vista delle elezioni politiche». Questo il commento di Alessandro De Pasquale, segretario nazionale Ugl Polizia Penitenziaria, in merito alla firma avvenuta questa notte del Contratto del Comparto sicurezza «che - sottolinea - scadrà presto, il 31 dicembre 2018, e di conseguenza si dovrà riaprire la trattativa con il nuovo governo». L'aumento medio - aggiunge - con decorrenza dal 1 gennaio 2018, sarà in media di circa 100 euro lorde in busta paga». «L'Ugl - conclude De Pasquale - si batterà affinché il prossimo governo rafforzi il riconoscimento della specificità del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, visto che nel 2019 si dovrà avviare una nuova trattativa per il rinnovo contrattuale del prossimo triennio».
«È importante e positiva la firma, dopo nove anni di blocco, del contratto per i lavoratori del comparto sicurezza, di polizia e Forze armate. Un legittimo riconoscimento alla professionalità di migliaia di lavoratori e servitori dello Stato che si battono ogni giorno per la legalità, la difesa delle istituzioni, la sicurezza nel Paese, garantendo anche la pace nelle missioni internazionali». Lo sottolinea la segreteria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
«Con la firma del contratto di lavoro delle forze armate e di polizia si è data finalmente risposta ad un'aspettativa da tempo irrisolta - commenta il sottosegretario Pier Paolo Baretta -. Siamo di fronte non solo a un aumento economico, ma anche a significative innovazioni contrattuali e normative che, attraverso misure di welfare, offrono soluzioni ai nuovi bisogni dei lavoratori e delle loro famiglie».
È «il primo rinnovo contrattuale della parte economica dal 2007, che pur non compensando pienamente nove anni di blocco, suggella finalmente la ripresa della stagione contrattuale sbloccata con la sentenza della Corte Costituzionale e che mira a utilizzare al meglio le risorse disponibili, comunque esigue, e segna un percorso verso la discussione di nuovi diritti». Così Fp e Silp Cgil commentano l'intesa per per il rinnovo del contratto Sicurezza e Difesa per il triennio economico e normativo 2016-2018 siglata nella notte. I pagamenti a regime e degli arretrati saranno corrisposti - informano i sindacati in base a quanto comunicato dal
sottosegretario Rughetti - «il prima possibile, ipotizzando la mensilità di marzo».