Più occupazione con la creazione di nuovi parchi eolici - Archivio
Il settore eolico ha creato fino a oggi 300mila posti di lavoro in Europa e contribuisce ogni anno con 37 miliardi di euro al Pil dell’Ue. La leadership europea nel settore dell’energia eolica continuerà a offrire benefici come occupazione, sviluppo economico e riduzione della CO2. La realizzazione dei Piani nazionali energia e clima (Pniec) è di fondamentale importanza perché con essi si giungerebbe a 450mila posti di lavoro, 269 Mt di emissioni di CO2 evitate e un contributo al Pil pari a 50 miliardi di euro.
In Italia - secondo le stime dell’Anev (l'Associazione nazionale energia del vento) - qualora si installassero i 19.300 mw di impianti eolici previsti dal Pniec, si avrebbero 67.200 posti di lavoro, distribuiti in buona percentuale nel Meridione. In Italia l’eolico crea ogni anno un flusso finanziario di circa 3,5 miliardi di euro fra investimenti diretti e indiretti e conta oggi oltre 27mila addetti. Inoltre, nel 2019, sono stati prodotti 20,06 TWh da eolico che equivalgono al fabbisogno di circa 20 milioni di persone e a un risparmio di circa 12 Mt di emissioni evitate di CO2 e di 25 milioni di barili di petrolio.
In Europa con l’attuazione dei Pniec, si potrebbe arrivare al 2030 a 397 GW eolici, partendo dai 197 attuali. Il contributo della produzione da eolico offshore al 2030 sarebbe pari a 111 GW, mentre per l’onshore si potrebbe giungere a 286 GW installati. Con questo scenario l’Europa avrebbe il 50% in più di posti di lavoro nel settore eolico, pari a 450mila unità. Inoltre, il vento potrebbe così raddoppiare a livello Europeo il suo contributo in termini di produzione elettrica passando dal 15% attuale al 30% al 2030. Questa crescita avrebbe ripercussioni positive anche dal punto di vista del Pil che, nel vecchio Continente, aumenterebbe significativamente arrivando a 50 miliardi di euro.
In Italia - secondo l’Anev - abbiamo oggi oltre 10.500 MW di installazioni eoliche. A ciò si aggiunga l’eolico offshore, che grazie alle tecnologie innovative potrebbe triplicare il suo potenziale. Solo con i 900 MW oggi previsti di eolico offshore si produrrebbero 2,38 TWh all’anno e si avrebbero 1.200 nuovi posti di lavoro.
Per centrare gli obiettivi proposti dai governi nei Pniec, dovrà essere installata ogni anno una capacità totale di 21 GW di nuovo eolico, dei quali il 43% di eolico offshore e il 57% di eolico onshore. Tuttavia si farà fatica a raggiungere tale traguardo se i governi non si impegneranno a semplificare gli iter autorizzativi, non solo per il rinnovamento degli impianti, ma anche per la realizzazione di nuovi parchi eolici. Se ciò non avvenisse, si correrebbe il pericolo di perdere 20mila posti di lavoro in Europa. In Italia secondo le stime dell’Anev, grazie alla semplificazione si potrebbero attivare investimenti per oltre 12 miliardi di euro di capitali privati con grande beneficio per l’occupazione e lo sviluppo industriale del nostro Paese.