venerdì 6 aprile 2012
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​Schermi ultra sottili; consumi energetici ridotti ai minimi termini; angoli di visuale perfetta; e soprattutto colori a un passo da quelli reali. Il futuro dei televisori si chiama Oled. E già dalla metà di quest’anno potrà entrare nelle famiglie degli Stati Uniti, anche se a costi per ora proibitivi. Samsung e Lg hanno presentato a Los Angeles, nell’ultima edizione del Ces, la prima linea di tv di nuova generazione da 55 pollici, che potrebbe essere lanciata sul marcato in estate. Una sorta di sfida alla Sony che per prima ha scommesso sull’Oled, che già utilizza la super tecnologia nei monitor broadcast per le produzioni televisive e che dal 2007 ha commercializzato un visore da 11 pollici.L’Oled si basa su diodi capaci di emettere luce. Un po’ come l’Lcd che però ha bisogno di una retroilluminazione per rischiararsi. Invece con la nuova tecnologia è sufficiente uno strato sottilissimo di pellicola per funzionare. E quindi non servono strati di vetro. La conseguenza è che l’Oled può essere stampato anche su una membrana flessibile o spessa quanto un foglio di carta, come ha già testato la Kodak. E, se un televisore – basta citare i nuovi Samsung o Lg – peserà intorno ai 6 chili, lo si deve al supporto e non agli schermi che hanno uno spessore fra i 4 e gli 8 millimetri. Non è un caso che prima Kodak e poi Samsung l’abbiano impiegato a metà dello scorso decennio in display e telefonini.Comunque le potenzialità dell’Oled non sono soltanto legate a questioni di leggerezza. La vera carta vincente è la qualità delle immagini. Le ha presentate la Sony in alcune dimostrazioni comparative, come quelle avvenute nel quartier generale di Tokyo o ad Amsterdam nell’ultima edizione dell’Ibc. Gli ingegneri della multinazionale nipponica hanno fatto scorrere uno stesso filmato su un vecchio televisore a tubo catodico, su un Lcd e su un Oled da 25 pollici. Innanzitutto colpisce la capacità della tv del futuro di creare colori ben più brillanti e luminosi. Ciò è dovuto al fatto che i led emettono tutti e tre i colori primari (rosso, verde e blu). Poi la vera rivoluzione: il nero è veramente pece, a differenza di quanto accade con gli Lcd, dove il colore è un misto di grigio scuro e non ha mai un livello perfetto. Altrettanto promettente è il contrasto che si moltiplica in modo esponenziale. Inoltre va segnalato un altro cambio di prospettiva: rispetto al plasma e all’Lcd, l’Oled cancella quasi del tutto le sfocature che si creano con il movimento rapido dell’immagine. Un difetto delle tv "piatte" sui tempi di risposta che sembra superato. E, di fatto, sarà come tornare alla brillantezza dei colori dei televisori a "tubo", che restano ancora oggi insuperati sul versante della gamma cromatica. Non solo. Vengono anche abbattuti i problemi collegati all’angolo di visualizzazione: niente più grattacapi se lo spettatore si sposta troppo al lato dello schermo.Certo, non è tutto oro da sogno quello che luccica. E l’Oled ha per adesso il difetto di essere costoso soprattutto nella realizzazione di grandi formati: la nuova tv Samsung potrebbe avere un prezzo di 8mila dollari. E resta l’incognita della longevità dei display: l’Oled ha una durata inferiore degli schermi a cristalli liquidi e al plasma. Il materiale organico di cui sono composti si deteriora dopo poche decine di migliaia di ore, anche se le case produttrici hanno già trovato alcune soluzioni. Meglio, quindi, aspettare a farsi prendere dalla corsa all’Oled, anche se sarà il domani degli schermi. Perché una regola va tenuta presente: per la velocità con la quale evolve oggi la tecnologia ha poco senso effettuare acquisti che comportano esborsi notevoli, per "portarsi avanti" e essere al passo col futuro. L’acquisto migliore è sempre quello che ci serve in questo momento, al prezzo che possiamo permetterci ora.
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