Auto nel piazzale dello stabilimento Fca di Melfi
Un deciso rallentamento delle vendite di auto nuove (-7,3%) e una forte contrazione delle immatricolazioni di vetture a gasolio (-17%) caratterizzano i dati di chiusura del mese di giugno, diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il calo delle vendite (174.702 immatricolazioni) rispetto allo stesso mese del 2017, portano il primo semestre dell’anno in territorio negativo del 1,5% rispetto al primo semestre 2017. Il dato di giugno è preoccupante per il settore, anche perchè “drogato” dalle auto-immatricolazioni di case e concessionari che, secondo le stime Dataforce, sono state di poco superiori al 16%. Negli ultimi tre giorni lavorativi del mese inoltre sono state targate 78.290 autovetture, pari a circa il 45% del totale delle nuove immatricolazioni, altro segnale di un mercato poco sano.
Su questi risultati, secondo il Centro Studi Promotor, «pesano la decisione di Fiat-Chrysler di dare precedenza alle vendite ai clienti privati piuttosto che a quelle sugli altri canali che sono decisamente meno remunerativi ». Al netto dei dati del Gruppo Fca – che perde in giugno il 19,3% – infatti, il mercato italiano nel primo semestre sarebbe ancora in crescita (+1,71%). L’analisi delle cifre fa emergere una leggera flessione dell’acquisto da parte delle famiglie (-0,5%) che, a causa di una generalizzata diminuzione degli altri canali di vendita, recupera quota di mercato portandosi al 55,4% del totale. Il cumulato dei primi 6 mesi indica, comunque, una riduzione degli acquisti dei privati del 5,1% ed una quota in calo di 2 punti percentuali (53,7% del totale). Il noleggio e le società evidenziano invece una flessione a doppia cifra, frutto del confronto con una forte spinta del giugno dello scorso anno. Continua invece l’ascesa delle ibride (+25% nel mese e +30,7% nel semestre), per la sempre maggiore disponibilità di prodotto e per il progressivo abbandono delle motorizzazioni a gasolio.
Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, sottolinea che «il rallentamento del mercato è figlio anche del clima di incertezza che si sta determinando sulla clientela potenziale, alimentato dalle evitabili anticipazioni sulle decisioni che verranno prese sulla mobilità. Il cambiamento verso una mobilità ecologica avverrà, ma andrà accompagnato e la transizione gestita. Diventa pertanto necessario e urgente un dialogo con il governo e le amministrazioni locali perché si lascino supportare nel delicato processo decisionale che tenga conto della coesistenza tra sostenibilità ambientale, sostenibilità economica delle persone interessate alla sostituzione di una vettura obsoleta e tutela dei posti di lavoro di chi opera nel settore».