Si sapeva da giorni, ma non si poteva dire. Un’idea ardita e affascinante, ma con troppe poche pezze d’appoggio, si poteva solo prevedere come «probabilmente fallita», come ha fatto “Avvenire” già più di una settimana fa. Il Salone dell’Auto di Milano, quello che avrebbe dovuto essere organizzato alla Fiera di Rho dall’11 al 21 dicembre prossimo in piena concorrenza di date (6-14 dicembre) e, in parte, di contenuti con il redivivo Motor Show di Bologna, non si farà. Anche ora manca l’ufficialità della rinuncia da parte di Alfredo Cazzola che l’aveva inventato dal nulla e fortemente voluto, ma in mancanza di smentite - cercate e non trovate in un silenzio che dice tutto - la notizia si può dare per certa.
Tramonta così un’altra occasione per il mondo dell’automobile, una vetrina che poteva restituire all’Italia un ruolo di palcoscenico importante. Illusioni. Cazzola ha una lunga storia imprenditoriale alle spalle, che lo ha visto inventare 37 anni fa il Motor Show, rilevare senza successo lo storico Salone dell’Auto di Torino e poi uscire dalla manifestazione bolognese e venderla (a caro pezzo) agli attuali proprietari, i francesi del colosso GL Events. Ma nemmeno lui è riuscito a convincere i costruttori internazionali che venire a Milano potesse essere interessante per loro.
Solo Fiat aveva accettato (peraltro dopo aver bocciato senza appello all’inizio la possibilità di parteciparvi): si sarebbe portata appresso Maserati e Ferrari. Non più tardi di una settimana fa, Sergio Marchionne durante la giornata di apertura del Salone di Parigi era stato addirittura categorico: «Ci saremo a Milano, certo, mi hanno detto che ci saremo...», aveva confermato l’uomo del maglione. Troppo poco. Fiat c’era, ma era il Salone a non esserci più.
L’altra, unica, adesione era arrivata da Audi, ormai brand sempre più autonomo da Volkswagen, che infatti aveva rinunciato sin da subito. Ma anche Audi aveva qualche perplessità, visto che un dirigente del marchio tedesco si era lasciato andare pochi giorni fa ad una frase confidenziale quanto sibillina: «Audi al Salone di Milano? Aspettiamo a vendere la pelle dell’orso...».
Insomma che l’orso fosse lontano dall’essere catturato lo pensavano in tanti. Troppo fragile la situazione del mercato dell’auto per convincere i costruttori a buttarsi in un altro Salone, troppi i 700-800 mila euro necessari per allestire uno stand e coprire i costi di una partecipazione della quale era difficile prevedere il ritorno, troppo anguste le date proposte, a metà tra Parigi e Ginevra, i veri, unici palcoscenici mondiali ancora irrinunciabili. Così Milano tramonta. Qualcuno, per indorare la pillola, stamattina prevedeva l’intenzione di Cazzola e Fiera Milano di traghettare il Salone a fine maggio 2015, in pieno Expo. Parola magica che dovrebbe giustificare ogni investimento. Forse, magari, chissà. Per ora non c’è benzina, il viaggio è finito prima di cominciare.