Sta nascendo l'Europa della telefonia. Forse. Il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura la proposta di azzerare il costo del servizio di roaming entro i confini dell'Ue entro il Natale del 2015. Il provvedimento dovrà ora passare l'esame del Consiglio dei ministri Ue nell'ambito della procedura di codecisione.
Gli eurodeputati hanno anche approvato
regole più chiare per la protezione di internet in quanto
spazio libero, e non soggetto all'introduzione di tariffe
specifiche per la fruizione di servizi sempre più comuni tra
gli utenti, come la telefonia via Web. Quest'ultima è da tempo sotto attacco da parte delle compagnie telefoniche, che la vedono come un possibile elemento destabilizzante per i loro bilanci.
«Questo voto è per i cittadini Ue», ha detto Neelie Kroes, commissaria europea agli Affari digitali, che ha sostenuto con forza l'iniziativa.
Quella per la fine dell'imposizione di una tariffa per il roaming, tagliando così i costi delle bollette per chi usa i cellulari all'estero, è stata una battaglia durata tre anni, che ha opposto gli eurodeputati all'industria.
Secondo alcuni analisti, i ricavi delle telecom potrebbero calare di circa il 5%, anche se la Commissione afferma che in seguito alla nuova normativa un numero maggiore di utenti userà di più il telefoni all'estero, bilanciando dunque gli effetti negativi per le aziende.
Entrambe le iniziative fanno parte del progetto di Kroes per riformare il settore telecom in Europa e cercare di renderlo più competitivo rispetto ai rivali statunitensi e asiatici. Ma arriva anche a due mesi dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, a cui parteciperanno oltre 300 milioni di elettori.
L'industria delle telecomunicazioni ha, ovviamente,
reagito negativamente a questa modifica, che potrebbe limitare i
profitti dei grandi gruppi e quindi anche i loro investimenti. Lo afferma una nota di Gsma, l'associazione dei principali operatori di
telefonia mobile in Europa.
Le nuove norme prevedono anche un leggero
passo avanti nel "coordinamento" a livello europeo per l'attribuzione
delle licenze per lo spettro radio, attraverso cui passano servizi
cruciali quali la Tv, la telefonia e internet mobile.
La riforma
lascia fondamentalmente nelle mani degli stati il potere di scegliere
a quale servizio attribuire più o meno frequenze, non modificando
quindi la situazione attuale. La riforma è comunque ancora in fieri,
visto che necessita del via libera degli stati membri, dove i poteri
di pressione dei gruppi telefonici, molti dei quali ex monopolisti
pubblici, sono evidentemente più forti che nel Parlamento Ue.
Molti osservatori a Bruxelles pensano che la riforma
potrebbe non vedere mai la luce, almeno nella versione approvata dal
Parlamento Ue. Ma la commissaria Kroes si è detta fiduciosa che il
Consiglio Ue la possa approvare già prima della fine del mandato
dell'attuale Commissione, che scade a fine ottobre. Un'aspettativa ottimistica.
Nel caso diventasse realtà ci sarebbero conseguenze positive sia per i privati, che per le imprese. «Questa decisione odierna rappresenta una
novità importe per i consumatori: d'ora in avanti chi si
recherà all'estero potrà utilizzare il proprio cellulare senza
più dover pagare costi di roaming», spiega con grande ottimismo Licia Ronzulli,
portavoce della delegazione di Forza Italia al Parlamento
Europeo.
«Un nuovo passo in avanti - continua Ronzulli - verso un vero mercato
unico della telefonia, in cui tutti gli operatori offrono
tariffe concorrenziali e i consumatori sono liberi di scegliere
l'opzione più vantaggiosa. Un traguardo storico per milioni di consumatori».