«Troveremo la soluzione». Il parere (negativo) del Consiglio di Stato sul regolamento sull’Imu delle organizzazioni non profit è stato reso noto ieri, dopo le anticipazioni dei giorni scorsi. E la replica del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, non s’è fatta attendere. «Prendiamo atto del parere, ma ovviamente l’obiettivo non cambia: troveremo la soluzione tecnica appropriata per mantenere l’obiettivo di assoggettare tutti quelli che devono esserlo all’Imu» ha detto ieri a Lussemburgo, pur precisando di non aver ancora letto per intero la sentenza.Nel testo dei giudici del Consiglio di Stato, comunque, nessuna sorpresa. Il decreto sarebbe andato oltre i poteri regolamentari che gli erano stati espressamente conferiti dalla legge. Tutto qui. Si confermano quindi inappropriate e fuorvianti certe sintesi dei mass media, secondo le quali il Consiglio avrebbe «bocciato l’Imu alla Chiesa». Di «Chiesa» il testo come è ovvio non parla mai, riguardando la materia il variegato e articolato mondo delle organizzazioni non profit, delle confessioni religiose che hanno stipulato un’Intesa con lo Stato e, appunto, della Chiesa cattolica. E la «bocciatura» non riguarda la sostanza del decreto, ma è una critica a proposito di competenza ed eterogeneità. Un parere – come annotavamo già sabato scorso – «autorevole» per quanto «discutibile». In particolare, ci sarebbe il problema dell’eterogeneità dei criteri seguiti: «In alcuni casi è utilizzato il criterio della gratuità o del carattere simbolico della retta (attività culturali, ricreative e sportive); in altri il criterio dell’importo non superiore alla metà di quello medio previsto per le stesse attività svolte nello stesso ambito territoriale con modalità commerciali (attività ricettiva e in parte assistenziali e sanitarie); in altri ancora il criterio della non copertura integrale del costo effettivo del servizio (attività didattiche)». I giudici amministrativi non entrano nel merito della sostanza della questione: «Non è questa la sede per verificare la correttezza di ciascuno di questi criteri»; essi si limitano ad annotare che «la loro diversità ed eterogeneità rispetto alla questione dell’utilizzo misto conferma che si è in presenza di profili che esulano dal potere regolamentare in concreto attribuito».Che fare, a questo punto? Per i giudici amministrativi «tali profili potranno essere oggetto di un diverso tipo di intervento normativo o essere lasciati all’attuazione dell’ordinamento interno e di quello dell’Unione Europea in tema di attività non commerciali». Da parte sua, il ministro Grilli assicura che sarà trovata «la soluzione tecnica appropriata».