Per far ripartire l'Italia c'è solo la via dello sviluppo sostenibile e l'Agenda 2030 è una scelta obbligata. Per il futuro del Paese si deve cambiare modello di sviluppo e guardare al medio-lungo termine scegliendo politiche che prevengano, preparino e proteggano da altri possibili shock. L'Agenda 2030 continua ad essere il punto di riferimento comune anche a livello europeo e l'Italia deve più che mai impegnarsi a rispettare il grande piano d'azione globale sottoscritto nel 2015. È quanto emerso oggi durante il primo evento di ASviSlive -Tre passi verso il Festival "Orientare le scelte, disegnare il futuro", iniziativa in diretta streaming dell'ASviS in vista del Festival dello sviluppo sostenibile 2020. All'evento inaugurale hanno partecipato, tra gli atri, il Vicepresidente Esecutivo della Commissione europea Franz Timmermans, la Ministra per le Pari Opportunità` e la Famiglia Elena Bonetti, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, l'autore e divulgatore scientifico Piero Angela. L'evento è stato l'occasione per lanciare FUTURAnetwork.eu, il sito dedicato alla riflessione e al dibattito per orientare le scelte da compiere oggi per realizzare il migliore tra i diversi futuri possibili. "La crisi che stiamo vivendo ha cambiato il modo in cui governi, imprese, opinione pubblica e le singole persone guardano al futuro", sottolinea Pierluigi Stefanini, presidente dell'ASviS.
Da un sondaggio condotto nella prima settimana di maggio da Bva Doxa per l'ASviS sull'impatto della crisi da Covid-19 sui 17 Obiettivi dell'Agenda 2030, a due mesi dall'inizio dell'emergenza pandemica, il 46% degli intervistati ritiene che il lavoro e la crescita economica (Goal 8) siano le priorità dell'azione politica, il 44% privilegia la salute e il benessere (Goal 3), il 21% il consumo e la produzione responsabili (Goal 12), il 20% il cambiamento climatico (Goal 13) e le azioni a favore di imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9). La tutela degli ecosistemi marini (Goal 14) e terrestri (Goal 15) rappresenta una priorità solo per, rispettivamente, il 10% e il 3% degli italiani. Le posizioni espresse nel corso del sondaggio variano significativamente in relazione all'area geografica di residenza. In Lombardia, ad esempio, il 27% degli intervistati ritiene prioritario ripartire dal sostegno alle imprese (Goal 9), a fronte di un 15% dei residenti al Sud e nelle isole. La lotta alla povertà (Goal 1) e la riduzione delle disuguaglianze (Goal 10) sono invece ritenute più importanti nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. Per quanto riguarda le diverse fasce d'età, dal sondaggio emerge che per le persone di età inferiore ai 34 anni la parità di genere (Goal 5) e la tutela degli ecosistemi marini (Goal 14) sono considerati decisamente più importanti rispetto a quanto valutato dagli over 65. "Mai come adesso abbiamo la possibilità di progettare il futuro che vogliamo", conclude il portavoce di ASviS, Enrico Giovannini. "Sono state messe in campo misure straordinarie. Ma serve che il Paese si doti di un piano preciso a favore della resilienza, della sostenibilità e dell'equità, temi verso i quali saranno orientate i fondi messa a disposizione dell'Unione europea, e adotti una visione sistemica delle varie politiche, per evitare di disperdere le risorse e vanificare gli sforzi e le sofferenze di tanti italiani. Lo dobbiamo ai giovani, su cui ricadranno le nostre scelte di oggi. Per questo ribadiamo la centralità del principio di giustizia intergenerazionale, alla base del concetto stesso di sviluppo sostenibile".