Il Brennero, confine tra Italia e Austria - Ansa
Almeno nella situazione d'emergenza in cui ci troviamo le stazioni di servizio dovrebbero restare aperte. Le associazioni dei distributori di carburanti hanno chiarito di no avere mai indetto uno sciopero, ma di avere lanciato l'allarme sulla situazione del settore: con il traffico ridotto al minimo molti distributori sono ormai a corto di liquidità per rifornire i punti vendita. Per questo chiedono l'aiuto dei concessionari autostradali e delle compagnie petrolifere perché garantiscano condizioni favorevoli sui pagamenti. Il ministero dello Sviluppo economico ha fatto sapere che in una riunione a distanza con i gestori il ministro Stefano Patuanelli ha promesso soluzioni nel giro di pochi giorni, convocando un tavolo tecnico al Mise.
La crisi dei distributori è un altro problema che peggiora la situazione difficile che attraversa il settore dell'autotrasporto, che incontra anche le difficoltà di superare i confini a causa dei controlli sanitari. Nei giorni scorsi questi controlli avevano portato ad estenuanti code alle frontiere e pure ad un ritardo nella consegna delle merci, in particolare alimentari.
Due passaggi importanti delle ultime ore potrebbero modificare la situazione: la firma del decreto con la deroga ai tempi di guida e di riposo dei conducenti da parte del nostro Governo e la creazione di “corridoi verdi" per le merci con tempi di attraversamento delle frontiere di 15 minuti al massimo annunciata dal presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Tutto ciò dovrebbe mettere fine alle attese ai confini registrate nei giorni scorsi con danni notevoli, come denunciato da Fai-Conftrasporto (la confederazione che fa capo a Confcommercio) con le imprese di autotrasporto del Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia che operano su Austria (via Brennero), Francia, Slovenia e Croazia che lamentano un calo del lavoro del 25% che in alcuni casi, da e verso la Francia, arriva al 90%.
La situazione era complessa. Sulla via del Brennero, passata una prima fase difficile con l'Austria, ci sono stati forti rallentamenti in Germania. Il che si traduce nel fatto che il trasportatore che prima faceva due viaggi la settimana oggi ne fa uno solo. Non bastasse, anche a causa dei filtri, da gennaio è cresciuta del 40% la “rola" il trasporto camion su treno che sino alla settimana scorsa era sceso del solo 12%. In questo contesto sorgono nuovi problemi: gli autisti dei camion caricati sul treno viaggiano ammassati in una carrozza passeggeri con poche precauzioni sanitarie a tal punto che si segnalano i primi conducenti che rifiutano il viaggio.
Sulla direttrice Friuli-Slovenia-Croazia grossi assembramenti agli autoporti di Gorizia e Fernetti, principalmente con mezzi croati, rumeni, bulgari, ungheresi e turchi. Problemi generati dalla Slovenia che ha solo quattro valichi aperti. E in Europa? In Germania è garantita la circolazione delle merci. In Bulgaria gli autisti italiani possono caricare e scaricare lasciando immediatamente il territorio. In Polonia, Repubblica Ceca e Romania problemi alle frontiere per le verifiche sanitarie. In Croazia è consentito il carico/scarico fatto in giornata: in caso contrario l'autista deve passare la notte in una struttura attrezzata. Ungheria e Serbia hanno istituito il divieto per chi proviene dall'Italia. La Turchia si è blindata a tal punto che gli stessi camionisti turchi in arrivo dall'estero vengono messi in quarantena. Nell'attesa di vedere cosa accadrà “Abbiamo definito le linee guida – ci dice Paolo Uggè, presidente Fai-Conftrasporto – per le attività di trasporto e logistica con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli della quale evidenziamo l’impegno e l’attenzione nella gestione dell’emergenza trasporti. Quelle linee devono essere rispettate da tutti – prosegue Uggè –. Occorre – conclude – un coordinamento unico che eviti il perpetrarsi di errori gravi”.
Coordinamento, una definizione cara anche a Federlogistica: “Si continua a sottovalutare l'incidenza della portualità e della logistica in questa fase delicata" denuncia il presidente Luigi Merlo che vede per la portualità italiana l'assenza “di una regia unica" che “sta incidendo pesantemente sull’intera catena della logistica con un impatto che potrebbe ripercuotersi pesantemente sulla distribuzione" mentre i traffici con l'Asia stanno riprendendo. E in vista di una crisi dei Trasporti su scala europea Merlo ricorda che “Il coordinamento sarà essenziale". E in quest'ottica oltre trenta associazioni europee di trasporti, logistica, infrastruttura del settore stradale, ferroviario e marittimo – comprese diverse italiane tra le quali Confitarma – ribadiscono in una nota congiunta il ruolo cruciale dei trasporti delle merci essenziali per superare la crisi.