Nel 2014 il premier "si chiamerà Letta", qui "parla il segretario del Pd".
Matteo Renzi, che continua nella trattativa a 360 gradi sulla legge elettorale e torna a rassicurare il presidente del Consiglio sulle sue intenzioni nei confronti del Governo. Da qui ai prossimi mesi - è il messaggio - il suo impegno sarà quello non di contrastare ma di incalzare l'azione dell'esecutivo perché "i cittadini che hanno votato alle primarie ci hanno detto che questa è l'ultima occasione per cambiare l'Italia". E questo - nelle intenzioni di Renzi - a partire dal tema del lavoro. Il sindaco, ospite a
Che tempo che fa ribadisce che a gennaio presenterà un piano del quale cominciano a emergere indiscrezioni. Anche lo stesso Renzi fornisce qualche dettaglio in più sulle sue idee: "Flessibilità in entrata e in uscita" ma, nel caso di perdita di lavoro, "un sussidio unico statale" di due anni che consenta a chi non ha più un'occupazione di mantenere la famiglia e, nel frattempo, corsi di formazione, che lo agevolino nella ricerca di un nuovo impiego.Ancora una volta il segretario Dem ribadisce che il punto non è articolo 18 sì o no, perché se si inizia da questo "si torna alla casella di partenza". "La rivoluzione sul lavoro - evidenzia - è possibile se tutti abbandoniamo le certezze altrimenti se ripartiamo dal solito percorso perdiamo la strada per tornare a casa". L'impostazione che intende dare sul fronte del lavoro non dispiace né a destra né a sinistra. "Ho visto - ironizza Renzi - che sia Brunetta che Damiano hanno detto che quel piano è un buon punto di partenza e mi sono chiesto dove avevo sbagliato...". In effetti le indiscrezioni sul suo piano vedono il favore sia di esponenti di Forza Italia, come il capogruppo alla Camera, ma anche
Mariastella Gelmini ("lo valutiamo senza pregiudizi") come dell'ex ministro del Lavoro Pd, Cesare Damiano (che sottolinea che si tratta di una 'vecchia' proposta del Pd).