sabato 4 luglio 2015
​​La prima consultazione popolare dopo quella del 1974 che sancì la fine della monarchia.
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​Sono quasi dieci milioni i greci chiamati alle urne domani per esprimersi nel referendum - il primo dopo quello del 1974 sull'abolizione della monarchia - sulla proposta dei creditori internazionali. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 19 ora locale (dalle 6 alle 18 in Italia), i primi exit poll sono attesi alla chiusura dei seggi, mentre i primi risultati attendibili dovrebbero arrivare entro le 20. Gli elettori sono chiamati a rispondere sì (nai) o no (oki) al seguente quesito: "Si deve accettare la bozza di accordo presentata da Commissione europea, Bce ed Fmi all'Eurogruppo del 25 giugno e che consiste di due parti? Il primo documento è intitolato "Riforme per il completamento dell'attuale programma e oltre" ed il secondo "Analisi preliminare sulla sostenibilità del debitò"?. In realtà questo documento ormai non esiste più, dal momento che la proposta rientrava nel secondo piano di salvataggio per la Grecia, che è scaduto a mezzanotte del 30 giugno. Per il no è schierata la coalizione della sinistra radicale, Syriza, del premier Alexis Tsipras, e la destra nazionale di Anel, che è al governo, oltre ai neonazisti di Alba Dorata. Per il sì è schierata tutta l'opposizione, i conservatori di Nuova Democrazia, i socialisti del Pasok, e To Potami, di centrosinistra. In totale gli elettori registrati sono 9.855.029, i seggi aperti sono 19.159. Il quorum perché la consultazione sia considerata valida è al 40%. Secondo Syriza, l'organizzazione del referendum convocato a sopresa da Tsipras il 26 giugno scorso, al termine del vertice Ue a Bruxelles, è costata circa 20 milioni di euro, ma l'opposizione sostiene che i costi si aggirino intorno ai 120 milioni.
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