Quattro ore di confronto finale, dopo quasi un mese di incontri tecnici. Così, ieri sera, è stato firmato l’accordo sulla rappresentanza sindacale tra Cgil, Cisl, Uil da un lato e Confindustria dall’altro. Un’intesa in qualche misura «storica» che dopo 65 anni dà attuazione pratica all’articolo 39 della Costituzione. Perché finalmente la capacità di rappresentanza di ogni sindacato verrà certificata e i contratti di lavoro saranno validi per tutti solo quando firmati da organizzazioni in grado di rappresentare il 50% più 1 dei lavoratori coinvolti, sulla base di una media ponderata tra iscritti e voti conseguiti alle elezioni delle Rappresentanze sindacali unitarie.L’accordo fra le confederazioni e gli industriali non solo chiude una lunga stagione di divisioni, ma dovrebbe scongiurare la firma di contratti separati, o meglio rendere comunque pienamente esigibili da tutte le parti i contratti approvati da organizzazioni maggioritarie. Saranno dunque ammesse al tavolo della trattativa le organizzazioni sindacali che superino la soglia del 5%. Le modalità di presentazione delle piattaforme contrattuali è lasciata alla determinazione delle singole categorie, con l’auspicio di entrambe le parti che si determinino richieste unitarie. Il contratto sarà poi «esigibile ed efficace», dice il testo dell’intesa, «qualora si verifichino entrambe le seguenti due condizioni: sia sottoscritto da almeno il 50%+1 delle organizzazioni sindacali deputate a trattare; sia validato, tramite consultazione certificata, dalla maggioranza semplice dei lavoratori e delle lavoratrici, con modalità operative definite dalle categorie». La formulazione è ampia e non vincola dunque all’effettuazione di un referendum, può bastare infatti anche un’assemblea o altre forme di consultazione. Una volta effettuata questa procedura, il contratto diventa un atto vincolante per tutte le parti, comprese quelle eventualmente in disaccordo che non l’avessero firmato ed è valido
erga omnes, per tutti i lavoratori della categoria. Nei contratti nazionali andranno definite «procedure di raffreddamento del conflitto finalizzate a garantirne l’esigibilità» e sanzioni per le relative inadempienze.Un risultato, questo, che soddisfa tutti. La Cisl (e la Uil) ottiene infatti che gli iscritti al sindacato abbiano un peso rilevante nella firma dei contratti; mentre la Cgil può vantare il ricorso alla consultazione dei lavoratori. Confindustria, da parte sua, si garantisce l’esigibilità dei contratti. Tutti dovrebbero poi beneficiare delle regole più certe, ora da sottoporre anche alle altre categorie imprenditoriali. Così se Susanna Camusso parla di «accordo storico», Raffaele Bonanni spiega che l’intesa «cambierà la faccia del mondo del lavoro». E Giorgio Squinzi conclude parlando di «coesione delle parti sociali per dare una svolta al Paese». Chiosa Enrico Letta: «Una bella notizia, è il momento di unire per combattere la disoccupazione».