Il Ceo Giuseppe Calabrese
Sicurezza. Una parola che spesso suona come un mantra, perché in qualunque ambito ne sentiamo il bisogno.
Di sicurezza si occupa Secursat azienda nata nel 2013 con la volontà di integrare i sistemi di security tradizionali sulla rete realizzando così un concetto moderno di monitoraggio, manutenzione ed assistenza da remoto. Il modello sviluppato nel settore bancario è stato esteso al Retail, al Real Estate, all’industria ed alle infrastrutture critiche come stadi, energia e trasporti. Secursat ha sedi ad Asti, Milano e Roma e monitora dai propri Security Operation Centres i siti dei clienti garantendo business continuity e disaster recovery e concentra gli investimenti sullo sviluppo di strategie basate su Cloud Computing, Data Analysis e Iot, per sviluppare modelli di sicurezza innovativi capaci di prevenire gli scenari di rischio in Italia e all’estero.
È guidata dal fondatore e Ceo Giuseppe Calabrese che la descrive come “un'azienda che sin dalla sua origine ha tenuto in considerazione il cambiamento degli scenari internazionali e interpretato la digitalizzazione e ciò ci ha permesso di superare i periodi di crisi che si sono succeduti sino ad oggi". Non per nulla Secursat è stata inserita tra le migliori 400 aziende in Italia per crescita di fatturato dallo studio dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza che individua le aziende del Belpaese in maggiore espansione economica. Su 12mila aziende candidate Secursat è entrata tra le 400 migliori con una crescita del 15.8 % del fatturato tra il 2016 ed il 2019.
Un fatturato che nel 2019 è stato di 7 milioni e 200mila euro. “Molto importante questo riconoscimento – sottolinea Calabrese – ne siamo orgogliosi”. Un successo economico che si è tradotto anche in un incremento di posti di lavoro. Quello lavorativo è un ambiente giovane e dinamico, con un'età media sotto i 35 anni e dove il 45% dei nuovi entrati proviene da una formazione universitaria: “Abbiamo investito molto nella formazione e nelle risorse – sottolinea il Ceo – arrivando ad una media di 90 ore a testa l'anno". Al proposito aggiunge “È importante la crescita del fatturato, è importante avere risultati operativi positivi ma la cosa di cui sono più orgoglioso è che si è abbassata l'età media, abbiamo assunto giovani perché servono competenze nuove, nuove energie, capacità di comprendere i cambiamenti, gli scenari, i nuovi bisogni e da questo punto di vista siamo un mix tra giovani esploratori tecnologici e competenze tradizionali".
Giovani sì e le donne? “La percentuale femminile: tra i giovani inseriti in azienda nell'ultimo anno e mezzo il 75% sono donne” puntualizza. E si tratta di un elemento che fa la differenza in un contesto, la sicurezza, tipicamente maschile. Perché le competenze non hanno differenza di sesso: “il nostro development manager è una donna di 27 anni che proviene dagli studi in Bocconi e nel suo team di sei persone quattro sono donne". “Vogliamo costruire un modello nuovo di azienda – chiosa Calabrese – grazie a sostenibilità ed inserimento di giovani”. “Siamo dei manager della sicurezza, e noi seguiamo un percorso del valore, ossia che tutto quanto riguarda la sicurezza sia un valore più che un costo come si tende a pensare”.
C'è però sempre il tema della privacy: “Non è tanto un tema tecnologico – osserva Calabrese – ma di come è gestito il processo, nel senso che la privacy è un elemento importante per come viene tutelata, ossia il come accedo ai dati e non che i dati ci siano. Il dato della telecamera ci deve essere, il tema vero sono le regole di accesso. Su questo lavoriamo molto con i nostri clienti".