Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in prima linea nella difesa del Prosecco - Ansa
L'Italia è pronta a portare avanti la guerra in Europa contro il tentativo di riconoscimento del Prosek, il vino passito croato che suona come il ben più noto Prosecco. La riunione conclusiva della task force ministeriale si è svolta oggi a Venezia, con il sottosegretario Gian Mario Centinaio ospite del presidente veneto Luca Zaia e i rappresentanti del Friuli Venezia Giulia.
«Abbiamo lavorato sodo e all'unisono nella task force per mettere a punto l'opposizione dell'Italia. Sono fiducioso che vinceremo. E non abbasseremo la guardia fino al risultato finale», ha detto Centinaio –. Ci aspettiamo ora che la Commissione Ue metta un freno a un goffo e maldestro tentativo di copiare la nostra Dop più importante, e che fermi un pericoloso precedente che istituzionalizzerebbe l'Italian sounding».
In particolare, tra le carte c'è una prova decisiva di carattere storico come ha spiegato Zaia: «Ci sono mappe ufficiali che partono dal 1300 e che fanno vedere che prima di Trieste c'è una città che già allora si chiamava "Prosek". È la dimostrazione che il toponimo che ha dato la riserva del nome al Prosecco nel 2009 è lo stesso. Quindi non è possibile che altri possano utilizzare lo stesso toponimo».
Soddisfazione è stata espressa dal mondo agricolo e dei produttori per la conclusione dell'istruttoria, sottolineando che restano meno di 20 giorni per presentare all'Unione Europea l'opposizione alla domanda di riconoscimento del Prosek croato. Coldiretti ribadisce che il Prosecco «è il vino italiano più consumato e taroccato al mondo. Ci sono le premesse per vincere questa battaglia in Europa ed evitare un precedente pericoloso».