L’inclusione è al centro della politica economica del governo. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha trasmesso alle Camere la seconda relazione sugli indicatori del Bes (Benessere equo e sostenibile) nella si fanno previsioni ottimistiche per il prossimo triennio. Reddito di cittadinanza e quota 100 per la pensione anticipata, insieme all'estensione della flat tax per gli autonomi secondo Tria «porteranno ad un apprezzabile aumento del reddito disponibile pro capite, ad una riduzione della diseguaglianza dei redditi e ad un marcato calo della povertà assoluta». Il Bes, che dal 2016 è stato introdotto nel ciclo di programmazione economica e finanziaria, misura lo stato di salute delle popolazione italiana in termini di reddito, lavoro, ma anche salute, istruzione e ambiente, attraverso dodici indicatori. Le previsioni sono, almeno sulla carta rosee. Per quanto riguarda gli indicatori economici è previsto un aumento consistente del reddito procapite pari a 4,5 punti percentuali (il dato del 2018 è di 22.811 euro e già nel 2019 si attesterà sui 23.371 per arrivare a 24.432 nel 2021) e una leggera riduzione (-0,5%) della diseguaglianza dei redditi. Previsioni legate principalmente dall’introduzione del reddito di cittadinanza che avrà effetti positivi anche sulla riduzione della povertà assoluta. Sul fronte del lavoro si prevede un taglio del tasso di mancata partecipazione (-1.1%) che passerà dal 19,4% al 18,3%, un assottigliamento del gap tra uomini e donne (con la disoccupazione femminile che passerà dal 22,8% al 21,2%) e una maggiore partecipazione al mondo del lavoro delle mamme. Nel dominio ambiente le emissioni di Co2 procapite si ridurranno (da 7,1 a 7 tonnellate) per effetto degli incentivi sull’efficienza enegertica e del bonus sulle auto elettriche. Entrambi gli indicatori del dominio salute, eccesso di peso e speranza di vita in buona salute avranno un miglioramento grazie ad interventi negli ospedali e alla costruzione di nuovi impianti sportivi. Sul fronte dell’istruzione si riduce il tasso di uscita precoce dal sistema scolastico. Bene anche la sicurezza, con una riduzione dell’indice di criminalità predatoria e il miglioramento dell’efficienza della giustizia civile grazie ad un piano di assunzioni di forze di polizia e magistrati.
Nella relazione si prendono in esame le misure del governo inserite nella legge di bilancio 2019 e nel decreto dignità. In cima alla lista ovviamente il reddito di cittadinanza che «non è soltanto una misura di sostengo ma anche di attivazione della popolazione in età lavorativa e di formazione dei disoccupati e inattivi». Gli effetti secondo l’esecutivo saranno molteplici soprattutto in termini di diminuzione della disoccupazione e della povertà. Altro elemento cardine il piano per le assunzioni nel pubblico impiego (con uno stanziamento di 130 milioni nel 2019), la disattivazione delle clausole di salvaguardia (vale a dire degli aumento delle aliquote Iva e delle accise sui carburanti), il rilancio degli investimenti (in particolare con una dotazione di 35 miliardi per gli enti locali) e infine l’estensione del regime forfettario della flat tax con imposta sostituiva unica ai redditi autonomi. Viene poi dedicato un focus alla povertà assoluta che riguarda il 6,9% della popolazione (1 milione e 778 mila famiglie, 5 milioni e 58 mila individui) in base agli ultimi dati disponibili (relativi al 2017). L’incidenza ha forti divari territoriali (con il Sud ovviamente penalizzato) e numerici, vale a dire che le famiglie numerose sono le più colpite. Il rapporto sul Bes sottolinea che non è possibile effettuare «una sovrapposizione tra la platea di potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza e le famiglie in povertà assoluta». Viene però fatta una stima indicativa (4,9 miliardi) dell’ammontare di spesa dei consumi in grado di togliere queste famiglie dall’emergenza.