L’iniziativa con un budget da 750mila euro è stata resa possibile anche dai fondi nell’ambito del Programma operativo Fse 2014-2020 - IMAGOECONOMICA
«Ho conosciuto questo progetto grazie al Centro per l’impiego di Pesaro e Urbino. Nel momento in cui mi sono ammalata, nel 2018, ho perso il lavoro. Poi ho avuto questa opportunità. Mi sono inserita nel progetto “Resistenza dopo la tempesta” e ora ho trovato un nuovo lavoro. Nel momento in cui una donna incontra questo ostacolo che è la malattia, perde ogni sicurezza in sé stessa e nell’ambiente che la circonda».
Yvonne Pagliari è una psicologa del lavoro, ma è anche una delle 145 donne che dal 2020 ha preso parte all’iniziativa sperimentale per il reinserimento delle donne con pregressi carcinomi mammari, organizzata dalla regione Marche nell’ambito del Programma operativo Fse 2014-2020. L’attività si è articolata in cinque progetti rivolti alle donne residenti nelle province di Ascoli Piceno, Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata e Fermo, per un budget totale 750.000 euro, finalizzati a supportare l’inserimento o il ritorno al lavoro e alla vita sociale di queste donne.
Ciascun progetto ha avuto una durata di 12 mesi e si è articolato in due fasi. In primo luogo, sono state introdotte azioni di orientamento finalizzate a rafforzare l’autostima e la motivazione al reinserimento di queste ex pazienti nella vita sociale e nel mondo del lavoro, con iniziative di informazione e orientamento formativo. La seconda parte del progetto ha previsto invece l’attuazione di azioni di politiche attive nel lavoro. Per le donne disoccupate sono state organizzate iniziative di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso borse lavoro nelle imprese delle Marche, della durata di 9 mesi, per 25 ore settimanali e con un’indennità mensile pari a 700 euro.
Invece, per le donne già occupate, sono stati pensati corsi di empowerment e rimotivazione al lavoro, laboratori di conciliazione vita e lavoro, sviluppo delle competenze e attività di progettazione professionale per lo sviluppo di carriera. L’iniziativa, che ha preso avvio nel 2020, è stata fortemente voluta dall’assessorato regionale al Lavoro e alla Formazione Professionale, guidato da Stefano Aguzzi. Trattandosi di un progetto di parternariato fra pubblico e privato, sono stati coinvolti diversi Ati/Ats, come l’Università Politecnica delle Marche, l’Università degli Studi di Camerino, l’Asur Marche Area Vasta 5 Ascoli Piceno, l’Università degli Studi di Urbino e l’Asur Marche Area Vasta 2 Fabriano- Jesi-Senigallia-Ancona. «Tra le tante attività che ho avuto modo di portare avanti in questi anni di mandato ha spiegato l’assessore Aguzzi - questa è una di quelle più significative e nobili; davvero fondamentale perché non va solo incontro in senso pratico alle esigenze di alcune persone ma c’è in più un’attenzione, un accompagnamento verso un reinserimento vero e proprio nei confronti di chi ha incontrato seri problemi nel suo percorso di vita a causa della malattia».
I dati e le testimonianze hanno infatti evidenziato che una delle problematiche più sentite dalle donne operate di tumore al seno riguarda il lavoro; le partecipanti hanno in più manifestato l’esigenza di maggiore informazione sui diritti delle donne che si assentano dal lavoro per l’intervento chirurgico e per le successive terapie. « Ritrovare un lavoro che sia adeguato ad una nuova donna che sta affrontando un cambiamento e che la faccia sentire realizzata è parte della guarigione. Spesso manca questa sensibilità, cioè la donna malata diventa un peso in ambiente di lavoro, perché non è più produttiva come prima. Combattere contro il cancro necessita di molta forza ma questa forza va spalleggiata » ha concluso Yvonne Pagliari.
* Questo articolo è co-finanziato dall’Unione Europea per il progetto “Time4results”