Migliaia in corteo ieri, nel giorno dello sciopero cittadino per dire: Pomigliano non si tocca. Per dire cioè: la Fiat Auto non si tocca. Perché la città di Pomigliano è tutt’uno con lo stabilimento ex Alfa Sud e nominare l’una o l’altra non fa differenza, legate per la vita si sovrappongono anche e soprattutto nei periodi di crisi. Ventimila persone hanno sfilato dalla rotonda dinanzi allo stabilimento per le strade del centro fino a piazza Primavera, un nome che tutti sperano di buon auspicio. I parroci, le istituzioni, gli operai, gli studenti, i sindacati, i commercianti. E in prima fila il vescovo di Nola, Beniamino Depalma. C’erano tutti ieri mattina, giunti da ogni parte della regione. Tutti coinvolti nella crisi in cui sta sprofondando lo stabilimento Fiat Auto. Tutti solidali con le 20mila famiglie ridotte alla sopravvivenza. L’intera città si è fermata per sostenere la manifestazione dei lavoratori della Fiat organizzata da tutte le sigle sindacali del settore. In piazza Primavera il comizio conclusivo del segretario nazionale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini. «Pomigliano non si può chiudere – ha detto deciso il sindacalista –. Nessun stabilimento della Fiat si può chiudere. Si apra immediatamente un tavolo con il Governo e con l’azienda» è stata la richiesta. Qualche segnale positivo è arrivato dal Governo proprio l’altro ieri quando il ministro Scajola ha annunciato un confronto con l’azienda torinese ed i sindacati che comincerà probabilmente la prossima settimana aprendo così qualche spiraglio di trattativa. «Se chiude Pomigliano – ha ricordato Rinaldini – chiude mezza Napoli e una buona parte della Campania, perché abbiamo anche Cassino e Pratola Serra e quindi non ce lo possiamo permettere. Un terzo dell’industria in Campania è basato sullo stabilimento di Pomigliano. Difendere questo stabilimento vuol dire anche difendere un principio di legalità e di lavoro. Ecco perché si muove un intero territorio, tutto il sindacato e noi pensiamo di dare un messaggio che ce la possiamo fare a uscire dalla crisi». I sindacati chiedono chiarezza sul piano industriale della Fiat perché, dicono, prima o poi la crisi finirà e a Pomigliano la paura è che a quel punto non ci sia più nulla da difendere. Anche gli operai delle altre fabbriche del comprensorio hanno sfilato ieri con i lavoratori Fiat perché il problema lavoro qui è sentito proprio da tutti. E le istituzioni con il sindaco di Pomigliano Della Ratta davanti al corteo e dietro i gonfaloni di molti altri Comuni della provincia di Napoli. Accanto agli operai il vescovo Beniamino Depalma: «Non si concepisce una Chiesa senza il suo popolo e ciò significa condividere con la gente tutto». Da domenica i parroci di Pomigliano leggono ad ogni funzione una lettera che è un appello alla solidarietà ed una denuncia contro l’indifferenza.