Approvato dal Consiglio del ministri, su proposta del ministro della Cooperazione internazionale e dell'integrazione con delega alla Famiglia,
Andrea Riccardi, il Piano nazionale per la famiglia. "È la prima volta che nel nostro Paese viene adottato uno strumento contenente linee di indirizzo omogenee in materia di politiche familiari, garantendo centralità e cittadinanza sociale alla famiglia attraverso una strategia di medio termine che supera la logica degli interventi disorganici e frammentari avuti sino ad oggi", si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del Cdm.Quanto ai contenuti del Piano, i principi ispiratori sono: "Cittadinanza sociale della famiglia, intendendo la famiglia quale soggetto su cui investire per il futuro del Paese, valorizzando la sua funzione per la coesione sociale e per un equo rapporto tra le generazioni; politiche esplicite sul nucleo familiare: finora nel nostro Paese gli interventi a favore delle famiglie sono stati o dettati dall'emergenza e quindi necessariamente frammentati e disorganici, o indiretti, cioè riflesso a volte inconsapevole di altre politiche. Si tratta invece ora di delineare un quadro organico di interventi che abbiano la famiglia come destinatario; sussidiarietà e sviluppo del capitale umano e sociale, nel senso che gli interventi devono essere attuati in modo da non sostituire ma sostenere e potenziare le funzioni proprie e autonome delle famiglie, in una logica di empowerment delle famiglie stesse e dei loro membri, anzichè di mero assistenzialismo, facendo leva sulla loro capacità di iniziativa sociale ed economica; solidarietà, intesa anche come rafforzamento delle reti associative delle famiglie, soprattutto quando si tratti di associazioni che non solo forniscono servizi alla persona, ma costituiscono sostegno e difesa dalla solitudine, luogo di confronto e di scambio".Inoltre, "le priorità individuate dal Piano quali aree su cui intervenire con maggior urgenza sono: le famiglie con minori, in particolare quelle numerose; le famiglie con disabili o anziani non autosufficienti; le famiglie con disagi conclamati sia nella coppia, sia nelle relazioni genitori-figli". In particolare, "gli interventi si articolano secondo le seguenti direttrici: equità economica (fiscalità generale, tributi locali, revisione dell'Isee); politiche abitative per la famiglia; lavoro di cura familiare: servizi per la prima infanzia, congedi, tempi di cura e interventi sulla disabilità e non autosufficienza; pari opportunità e conciliazione tra famiglia e lavoro; privato sociale, terzo settore e reti associative familiari; servizi consultoriali e di informazione (consultori, mediazione familiare, centri per le famiglie); immigrazione (sostegni alle famiglie immigrate); alleanze locali per le famiglie; monitoraggio delle politiche familiari". Il comunicato ricorda che "il testo è stato elaborato nell'ambito delle attività dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia - organo misto che comprende rappresentanze dei livelli di governo, delle parti sociali e della società civile - che ha, tra le sue funzioni, il supporto al Dipartimento per le politiche della famiglia ai fini della predisposizione del Piano nazionale per la famiglia. L'assemblea dell'Osservatorio, sulla base di un testo elaborato dal suo comitato tecnico-scientifico e sul quale si è svolto un ampio confronto, sia in sede di Osservatorio sia attraverso la conferenza nazionale di Milano del novembre 2010, ha approvato una bozza di Piano il 23 giugno 2011. Tale bozza, successivamente illustrata in Consiglio dei ministri, è stata sottoposta alla Conferenza unificata per la prescritta intesa - ai sensi dell'art. 1, comma 1251, lettera a) legge n. 296/2006 - che è stata sancita il 19 aprile scorso, dopo un approfondito lavoro istruttorio tra tutti i livelli di governo (Stato, regioni ed enti locali)".