La sede di Saipem, a San Donato Milanese - Ansa
Potrebbero servire 4 miliardi di euro per salvare Saipem, la storica società italiana di ingegneria per l’energia. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia finanziaria americana Bloomberg e non confermate dall’azienda, i vertici di Saipem stanno preparando un piano che include un aumento di capitale da 2 miliardi di euro, 1 miliardo di linea di credito revolving da parte delle banche e un altro miliardo dalla vendita delle attività di perforazione.
L’azienda è da tempo in difficoltà. Lo scorso 31 gennaio ha lanciato un “profit warning”, un avvertimento su risultati molto diversi dalle previsioni: i ricavi del secondo semestre ammontano a 3,5 miliardi contro i 4,5 stimati, anche i margini sono di un miliardo inferiori alle attese, con una perdita per l’intero 2021 superiore a un terzo del capitale sociale.
Saipem ha come principali soci Eni (30,5%) e Cassa depositi e prestiti (12,5%), il suo salvataggio coinvolge quindi società controllate dallo Stato. Nei giorni scorsi i due grandi soci hanno voluto rafforzare il management della società guidata da Francesco Caio, inserendo Alessandro Puliti, direttore generale natural resources di Eni, come direttore generale di Saipem e affidando a Paolo Calcagnini, attuale vice direttore generale e chief business officer di Cdp, il ruolo di pianificazione e controllo finanziario.
In Borsa le azioni Saipem hanno perso quasi il 40% dall’inizio dell’anno.