«Certamente la patata Amflora non è un problema oggi, ma sicuramente potrà esserlo domani». Manuela Giovannetti, ordinario di Microbiologia, preside della Facoltà di Agraria di Pisa e in sintonia con le posizioni di Coldiretti, non ha dubbi: la decisione della Commissione Ue presenta notevoli rischi per l’uomo, anche se non potrà essere coltivata per usi alimentari.
Da dove nascono i problemi?Dalla presenza nel corredo genetico di questa pianta di geni per la resistenza agli antibiotici. Già l’Oms e la Fao avevano sottolineato il pericolo della diffusione di questi tipi di geni nell’ambiente attraverso le coltivazioni Ogm. La preoccupazione deriva dal fatto che ci sono ormai pochi antibiotici che non abbiano già dato luogo alla formazione di organismi resistenti: diffondere nell’ambiente geni che danno ulteriori resistenze potrebbe essere deleterio.
Come è possibile un processo di questo genere?Quando si fa una trasformazione genetica sulle piante bisogna sapere quali sono le cellule che effettivamente sono state trasformate per poi coltivarle, per farlo si inserisce anche un gene di resistenza agli antibiotici. L’inserimento quindi avviene per motivi tecnici.
Perché?Le cellule, inizialmente vengono fatte crescere su un materiale che contiene antibiotici: si svilupperanno solo quelle che resistono proprio agli antibiotici stessi e che sono state trasformate geneticamente. È stato scoperto però che i geni resistenti possono trasferirsi dai residui colturali di queste piante ai batteri del suolo. Questo processo è stato dimostrato in laboratorio per la barbabietola da zucchero e per la colza, ma vale per tutte le piante transgeniche, quindi anche per la patata Amflora.
Quindi?A loro volta i batteri che hanno acquisito questi geni, possono trasferirli su altri batteri: anche quelli patogeni per l’uomo, con ovvie conseguenze. I rischi per la salute umana nascono da questa catena biologica. Che sostanzialmente non è controllabile.
Allora perché la Commissione Ue ha dato il via libera?Probabilmente perché il ragionamento è stato fatto guardando solo al breve periodo. Inoltre occorre tenere conto che la patata in questione può essere coltivata solo per la produzione di carta e non per l’alimentazione umana. C’è da dire però, che ne verranno seminate grandi estensioni di terreno, soprattutto nei Paesi dell’Est, aumentando così le possibilità di trasferimento del gene resistente dalla pianta a i batteri.
C’è anche la possibilità che venga coltivata in Italia?Credo di no. Noi fra l’altro abbiamo decine di varietà di patata per uso commestibile. Non credo che la Amflora trovi diffusione nella nostra agricoltura.
La decisione della Commissione Ue quali prospettive può aprire?Certamente preoccupanti. Occorre chiedersi quali considerazioni possa fare ora la Commissione. Spero non venga data l’autorizzazione alla coltivazione di piante come la colza transgenica resistente agli erbicidi. Si aprirebbe un capitolo importante e delicato sulle cosiddette superinfestanti resistenti a questi prodotti. I rischi per l’ambiente potrebbero essere ancora maggiori.