sabato 19 ottobre 2024
Il World Pasta Day celebra un consumo mondiale di 14 milioni di tonnellate di pasta, con l'Italia leader di produzione e i turisti affascinati dai piatti tipici
Un piatto di spaghetti alla carbonara

Un piatto di spaghetti alla carbonara - CC Maurijn Pach via Pexels

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I terrapiattisti hanno ragione. La terra è un piatto, ma di pasta. Quanto meno quella parte di mondo che può permettersi di portare in tavola lasagne e fusilli. Secondo i dati diffusi da Unione Italiana Food, che con International Pasta Organisation organizza per il 25 ottobre il World Pasta Day (#worldpastaday e la capitale quest'anno sarà Philadelphia) i consumi totali sfiorano ormai i 14 milioni di tonnellate. Più della pizza, spaghetti & co sono sinonimo di Italia. Noi italiani siamo dei grandi sponsor di questa produzione visto che ne consumiamo oltre 23 chili annui procapite (1,7 milioni di tonnellate) e nel 2023 il 56% della produzione nazionale è stata venduta all’estero: 2,2 milioni di tonnellate, 75 milioni di porzioni portate in tavola nelle case e nei ristoranti di quasi 200 Paesi. Da sempre, l’Italia è leader per la produzione (con oltre 3,9 milioni di tonnellate, -1,9% sul 2022), davanti a USA, Turchia e Egitto, con un fatturato di 8,1 miliardi di euro (+5,4%).

Quest'anno, la ricerca di Unione Italiana Food e Touring Club Italia ha individuato quali sono i piatti di pasta che piacciono di più agli stranieri in visita nel nostro Paese. Quanto pesi il loro giudizio sul mercato lo dicono i numeri: ogni anno arrivano oltre 40 milioni di turisti nel nostro Paese, attratti dalle bellezze storico artistiche ma anche dalla cucina.

Secondo i risultati dell’indagine condotta da Touring Club Italia, oltre 1 ristoratore su 2 (54%) ha tra i propri clienti il 50% di stranieri e secondo 7 ristoratori su 10 (72%), la cultura enogastronomica della clientela straniera è aumentata in questi anni. Tra le informazioni più frequentemente richieste dai turisti, al primo posto si posiziona la provenienza degli ingredienti (28%), seguita dalla storia del piatto (25%) e, con un po’ più di stacco, la modalità di esecuzione (14%).“Nella scelta di una meta turistica, ormai, le esperienze enogastronomiche hanno un peso sempre più determinante" conferma Margherita Mastromauro, Presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food.

Sempre secondo l'indagine presentata ieri a Milano, il formato più apprezzato dai turisti che visitano il Bel Paese è la pasta lunga, con il 46% delle preferenze, contro un 17% che preferisce la pasta corta e un 38% che non si esprime. Parlando invece delle preferenze riguardo alle ricette, con valori tra 0 e 10, sul podio troviamo gli Spaghetti alla Carbonara (7,8), le Lasagne alla bolognese (7), la Pasta al pomodoro (6,9). La classifica prosegue con Spaghetti alle vongole(quasi a pari merito con la pasta al pomodoro 6,8), Bucatini all’amatriciana (6,7), Spaghetti cacio e pepe (5,3), Tortellini in brodo(4,3), Pasta alla norma (3,8), Trofie al pesto (3,4), Orecchiette con cime di rapa (2,9). "La pasta è anche un alimento economico" ha ricordato la presidente Mastromauro, spiegando il successo di questo alimento anche con la intelligente politica di marketing dei pastai, che hanno sempre seguito il mercato, adattando la produzione ai gusti del consumatore. "La generazione Z è incline a rompere gli schemi e a consumare pasta a colazione" ha detto la presidente di Uif.



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