Non passa mai di moda, anche in tempi di pagamenti digitali e acquisti on-line. Più di sette famiglie italiane su dieci (il 75%) danno ancora la "paghetta" ai figli per abituarli a fare qualche spesa in autonomia. Un modo per lasciarli liberi di scegliere ma anche per metterli alla prova, ponendo le basi di quell’educazione finanziaria che nel nostro Paese è carente. Uno studio dell'Osservatorio Sara Assicurazioni sottolinea che in questo modo le famiglie vogliono responsabilizzare i figli. Avere la propria paghetta aiuta i bambini a imparare a gestire sin da subito il denaro, a soddisfare i loro piccoli desideri, ma allo stesso tempo a imparare che non possono avere tutto ciò che vogliono. Imparano ad apprezzare il valore delle cose e a gestire i propri soldi.La paghetta cambia in base all’età, pochi euro per i più piccoli, una ventina al mese per i bambini delle medie e sino a 100 euro per i più grandi, e alle necessità dei ragazzi e assume sempre più spesso una forma digitale sotto forma di carta di credito prepagata.
Le famiglie italiane, che sono tra le più attente al risparmio in Europa, guardano anche al futuro e fin dalla più giovane età prevedono piani di investimento per i figli. Secondo la ricerca, i genitori iniziano a risparmiare per i figli fin dalla loro nascita o comunque dalla tenera età (59%), un ulteriore 23% inizia quando i figli sono adolescenti e un altro 9% da quando raggiungono la maggiore età. I motivi dell'investimento sono principalmente gli studi e la formazione, per il 44% degli intervistati, seguiti dall'acquisto della casa (16%), mentre per un 13% l'obiettivo è incrementare la loro futura capacità di spesa.Il tutto guardando alle nuove tecnologie, con il 52% degli italiani prevede di ricorrere in misura crescente all'online e alle app per informarsi e sottoscrivere soluzioni di risparmio dedicate.