Gabriele Giugliano, co-fondatore e ceo di Tutored - Archivio
Tutored, la start up che si propone come punto d’incontro digitale di studenti universitari e neolaureati con le aziende, annuncia la nascita della I edizione del suo Osservatorio nazionale annuale sul recruitment on line di giovani neolaureati in Italia. L’Osservatorio, che ha preso in considerazione i dati raccolti nell’intero anno 2020, si basa sull’attività degli oltre 500mila studenti iscritti alla piattaforma e delle 50 grandi aziende e multinazionali ospitate, le cui interazioni hanno generato più di 87mila candidature nell’anno di riferimento per le opportunità di lavoro pubblicate. Il tutto ha permesso a Tutored di godere di un punto di vista privilegiato sul processo di inserimento in azienda di studenti e neolaureati.
Al primo posto, tra le figure ricercate dalle aziende, i laureati Stem (49,1%), di cui il 38,9% in Ingegneria e il 10,2% in Matematica, Fisica e Statistica, seguiti poi da quelli in Economia (31,2%). A seguire in classifica troviamo i laureati in Studi umanistici (7,9%), Scienze politiche (4,7%) e Giurisprudenza (3,1%).
Il settore aziendale in cui si concentrano le maggiori attenzioni dei selezionatori è quello dell’”Informatica, Tecnologia e Ricerca & Sviluppo”, visto che un annuncio pubblicato su tre (il 33%) si riferisce proprio a queste aree. Seguono, a distanza, le aree del “Commerciale, Vendite, e Pubbliche Relazioni”, della “Comunicazione e Marketing” e della “Consulenza”, ciascuna con peso pari al 10%. A chiudere la classifica, “Finanza, Banking, Attuariato” (8%), “Produzione e Logistica” (8%), “Contabilità e Revisione” (6%), “Risorse Umane (6%)”, “Business Development” (4%), “Legale” (3%) e “Architettura Design e Grafica” (2%).
Tra le competenze "personali" più ricercate dalle aziende, in ben sette settori aziendali su dieci la “capacità di lavorare in squadra” si posiziona al primo posto. Grande valore viene attribuito anche alla capacità di comunicazione (la più richiesta nel Marketing e nell’Architettura e Design) e alle competenze relazionali da parte dei candidati, che è invece il primo dei requisiti validi per entrare nell’area Legale. Se però l’analisi viene circoscritta alle sole candidature meritevoli di accedere a eventuali successive fasi di valutazione, il gradimento cambia e la “capacità di risolvere i problemi” diventa la prima tra le competenze, seguita dalla “capacità di lavorare in squadra” e dalle “abilità nell’organizzare il lavoro”.
La lingua straniera più parlata dai candidati agli annunci di lavoro inseriti su Tutored è l’inglese (54% con livello medio pari a B1), seguita dallo spagnolo (17%, B1) e francese (16%, A2). Più defilati in classifica compaiono anche il tedesco (5%), l’arabo, il cinese, il portoghese e il russo (tutti all’1%, ma con livelli medi pari al B1). A ovvia eccezione dei laureati in “Lingue, Interpretariato e Traduzioni”, gli studenti più poliglotti risultano quelli delle facoltà di Scienze politiche, che mediamente vantano una conoscenza di quasi due lingue estere (1,9). Fanalino di coda in questa speciale classifica sono invece i laureati in Scienze con una media di 1,3 lingue straniere conosciute.
Ma quali sono le caratteristiche che possono rivelarsi vincenti per rendere il proprio curriculum "convincente" rispetto alle richieste del mercato? In media, i candidati che ottengono il gradimento delle aziende hanno conseguito la laurea magistrale in due anni e mezzo con una votazione di 107, mentre la laurea triennale viene raggiunta in tre anni e cinque mesi con una votazione media di 100.
Il profilo medio di chi termina un corso di laurea magistrale a ciclo unico e viene valutato dalle aziende come “meritevole”, prevede invece una tempistica di conseguimento del titolo di studio pari a cinque anni e tre mesi, con una votazione che si assesta a 101.
«Viviamo in un momento storico molto particolare e complesso, che si riflette ovviamente anche sui processi di inserimento dei giovani studenti e neolaureati in azienda – ha affermato Gabriele Giugliano, co-fondatore e ceo di Tutored –. Oggi più che mai, le società hanno bisogno di strutturare percorsi che permettano di svolgere l’attività di recruitment e di onboarding in modalità digitale. In tempo di pandemia, sia per le aziende che per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro è fondamentale comprendere quali sono i nuovi paradigmi e coglierne le opportunità: il nostro nuovo Osservatorio si propone di essere uno strumento in grado di misurare periodicamente i trend in atto».