Le imprese italiane tornano a credere nella
ripresa e in una primavera di ottimismo. L'indice complessivo
calcolato dall'Istat per questo mese è salito a 103 punti dai 97,5
di febbraio, toccando il massimo dal luglio 2008. Cresce anche la
fiducia dei consumatori italiani: a 110,9 punti dai 107,7 di
febbraio.
Il miglioramento del clima di fiducia coinvolge tutti i
principali settori: manifattura (a 103,7 da 100,5), costruzioni (a
116,0 da 108,5), servizi di mercato (a 108,1 da 100,4) e commercio al
dettaglio (a 103,0 da 101,0). Nelle imprese manifatturiere migliorano
sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -17), sia le attese di
produzione (a 10 da 8); il saldo dei giudizi sulle scorte di
magazzino passa a 3 da 4. Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi
sugli ordini e/o piani di costruzione, sia - seppur lievemente - le
attese sull'occupazione (a -36 da -45 e a -11 da -12 i saldi). Il
dato, ha affermato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, è
"positivo perchè conferma un trend che si è attivato da un pò di
mesi".
Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli
ordini (a 2 da -1 e a 4 da -1, i rispettivi saldi) e le attese
sull'andamento dell'economia in generale (a 17 da 2). Nel commercio
al dettaglio peggiorano i giudizi sulle vendite correnti (a -5 da 1),
mentre migliorano le attese sulle vendite future (a 28 da 19); in
decumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 7 da 10).
L'indice del clima di fiducia sale in tutti i principali
raggruppamenti di industrie: nei beni di consumo a 100,3 da 98,8, nei
beni intermedi a 99,6 da 95,3 e nei beni strumentali a 111,8 da
107,2. Anche i giudizi sugli ordini migliorano: nei beni di consumo
il saldo sale a -10 da -13, nei beni intermedi a -17 da -24 e nei
beni strumentali a -7 da -14. Il saldo dei giudizi sulle scorte di
prodotti finiti passa a 4 da 5 nei beni di consumo, a 2 da 3 in
quelli intermedi e a 2 da 5 nei beni strumentali. Le attese sulla
produzione migliorano nei beni intermedi e nei beni strumentali
(rispettivamente a 10 da 5 e a 15 da 11), mentre rimangono stabili a
6 nei beni di consumo.
Secondo le indicazioni derivanti dalle consuete domande trimestrali
rivolte alle imprese manifatturiere che svolgono attività
d'esportazione, nel primo trimestre dell'anno migliorano le attese
sul fatturato ma peggiorano i giudizi. Sale a 9 da 7 il saldo
destagionalizzato relativo al rapporto fra prezzi all'export e
interni; scende al 32% dal 34% la quota delle imprese interpellate
che lamenta la presenza di significativi ostacoli all'attività di
esportazione; tra questi ostacoli, diminuiscono di importanza quelli
legati ai costi, ai finanziamenti, alla burocrazia e alla qualità
dei prodotti, mentre aumentano di importanza quelli legati ai tempi
di consegna e ad altri motivi.