L'Ocse rivede al rialzo, rispetto all'outlook di novembre, le stime di crescita per i tre big dell'eurozona, Italia, Francia e Germania. Per Roma prevede un Pil in crescita dello 0,6% nel 2015, 0,4 punti percentuali in più della vecchia stima, e dell'1,3% nel 2016, (+0,3 punti). Per l'eurozona, l'Ocse stima un +1,4% quest'anno e un +2% nel 2016. Per la Germania, le stime di crescita dell'Ocse sono riviste a +1,7% per il 2015 e +2,2% per il 2016, rispettivamente 0,6 e 0,4 punti in più rispetto all'outlook di novembre, e per la Francia a +1,1% e +1,7%, 0,3 e 0,2 punti in più. Il ritocco, precisa l'Ocse, è legato principalmente a "prezzi del petrolio più bassi" e al "quantitative easing intrapreso dalla Bce". Questi fattori, scrive l'organizzazione, "forniscono
un'opportunità, di cui c'era molto bisogno, per l'eurozona di evitare un periodo prolungato di redditi reali stagnanti ed inflazione eccessivamente bassa.
Le prospettive di crescita globale
"appaiono leggermente migliori" di quanto previsto nell'outlook
di novembre del 2014, ma a medio termine restano "moderate" e
"troppo basse per ristabilire e attivare il mercato del lavoro" scrive l'Ocse nel suo Interim assessment, sottolineando che
su questo scenario pesa "un crescente rischio di instabilità
finanziaria" legato a "inflazione e tassi d'interesse bassi in
modo abnorme".
Le regole di bilancio dell'area
euro sono essenziali alla stabilità dell'unione monetaria, ma la
loro complessità ha creato incertezze negli scorsi anni, anche a
causa del ripetuto ricorso ad estensioni ad hoc delle scadenze
per le azioni correttive" aggiunge l'Ocse auspicando "una discussione aperta" in seno
all'eurozona "su come rendere le regole più efficaci e più
credibili".