Il pacchetto-lavoro è in fase di limatura. La notizia più importante è che si sono trovate le coperture per le misure di spesa: un miliardo ricavato dalla ridestinazione dei fondi europei già assegnati all’Italia e inseriti nei Programmi operativi regionali. Serviranno - questo era il clima ieri a Palazzo Chigi - a ridurre il cuneo fiscale sui giovani (decontribuzione), a rifinanziare la legge 185 del 2000 sulle nuove attività imprenditoriali (ma con una procedura "a presa diretta", senza bandi di mezzo), il fondo Sabatini per l’acquisto di macchinari, il Fondo centrale di garanzia per il credito alle piccole-medie imprese.Insieme agli interventi che richiedono copertura, ci saranno quelli a costo zero che ritoccano la riforma Fornero. Ed è il ministro del Lavoro Enrico Giovannini in persona a presentare il pezzo forte: fino al 2015 i contratti a termine potranno susseguirsi senza alcuna "pausa obbligata". Il governo Monti aveva allungato i tempi tra un rapporto di lavoro e l’altro per favorire la stabilizzazione e impedire gli abusi. L’intento, nobile, si è scontrato con la crisi. E ora Letta e Giovannini si sono decisi per una svolta, già definita "tempo zero", che potrà servire all’Expo 2015. «Ci stiamo pensando – ammette il ministro –, in questa fase l’imprenditore deve capire se la ripresa è vera prima di investire». Altri interventi saranno sulla facilitazione dell’apprendistato.Ancora non è certo se il Cdm si svolgerà sabato o la settimana prossima. E se si opterà per un decreto unico, un decreto e il ddl sulle semplificazioni o addirittura due decreti e due ddl. Il fatto che l’intero pacchetto-occupazione venga coperto con fondi europei già stanziati apre qualche spiraglio per un congelamento di sei mesi dell’Iva. Il lavoro di "riordino" del ministro della Coesione Carlo Trigilia permette di non andare a toccare altre risorse dal bilancio pubblico. Il Tesoro ne guadagna così in serenità, e può cercare fino a fine mese i soldi necessari ad evitare lo scatto dal 21 al 22 per cento, o almeno ad evitarlo per i prodotti a più alto consumo. Quanto invece al provvedimento sulle semplificazioni, elaborato dal sottosegretario Patroni Griffi sulla scia del lavoro che già aveva fatto nel precedente esecutivo, gli interventi dovrebbero portare un beneficio indiretto di circa 16mila euro annui per ogni impresa.Mentre procedono anche i lavori del tavolo tecnico per l’Imu (possibile un anticipo a metà luglio della riforma che comprende anche la Tares, e l’ipotesi più consolidata è quella di lasciare il pagamento sulla prima casa almeno sulle abitazioni di lusso e sui multiproprietari), gli sherpa di Palazzo Chigi si sentono h24 con i consiglieri delle cancellerie di Berlino, Madrid e Parigi. L’obiettivo: scrivere una bozza di documento finale del vertice a 4 di domani che "blindi" il Consiglio Ue di fine giugno, in particolare "ordinando" lo sblocco immediato a partire dall’autunno 2013 dei 6 miliardi previsti dal Fondo Ue di garanzia per i giovani. Ma Letta lavora anche perché sia inserito un passaggio che sia il preludio di una "mini golden rule", ovvero la possibilità di scorporare dal deficit 2014 alcune specifiche spese per investimenti.La speranza di Palazzo Chigi è un’estate senza fibrillazioni finanziarie e politiche, per poi poter agganciare i primi segni di ripresa previsti a fine 2013. Un trimestre con un segno "più" dinanzi al Pil porterebbe a recuperare altre risorse da aggiungere ai margini di flessibilità sul deficit ottenuti dalla fine della procedura d’infrazione. Significherebbe scrivere una legge di stabilità ampiamente "sviluppista". E infatti è ad ottobre che Giovannini rinvia provvedimenti molto più onerosi: un taglio al cuneo fiscale più esteso e l’inserimento di forme di gradualità nell’accesso alla pensione per risolvere radicalmente il nodo-esodati. Restando a questo tema, ieri il ministro in Aula ha assicurato che presto sarà resa nota la platea reale di chi è rimasto senza pensione e senza ammortizzatori e che nel breve si proverà ad aumentare il numero dei salvaguardati. Giovannini ha inoltre promesso attenzione alla questione delle pensioni d’oro, anche alla luce delle recente sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il prelievo di solidarietà sugli assegni più alti.