Occupati in crescita a novembre, per il mercato del lavoro continua il trend positivo - Fotogramma
Gli occupati tornano sopra la soglia dei 23 milioni per la prima volta dopo quasi due anni, vale a dire dall’arrivo della pandemia che ha sconvolto il mercato del lavoro. Dalle tabelle dell'Istat, infatti, emerge che a febbraio 2020 erano 23.174 ma poi progressivamente questo numero è andato diminuendo per effetto delle chiusure e della crisi innescata dall'emergenza sanitaria. A marzo 2020 gli occupati erano diminuiti a 22, 8 milioni, ad aprile hanno toccato quota 22,5 milioni. In tutti i mesi successivi si sono tenuti sempre sotto il livello di 23 milioni: una soglia oltrepassata solo a novembre, sia pure di un soffio (23 milioni e 59mila occupati).
È stato positivo un mese particolarmente positivo quello di novembre per il mercato del lavoro: si sono registrati 64 mila posti di lavoro in più rispetto ad ottobre e 700 mila da gennaio 2021. Nel trimestre settembre-novembre gli occupati hanno fatto un balzo di 200mila unità. Rispetto ai livelli pre-pandemia (febbraio 2020) il numero di occupati è ancora inferiore di 115 mila unità, ma il tasso di occupazione, pari al 58,9%, è superiore di 0,2 punti, quello di disoccupazione è sceso dal 9,7% al 9,2% e il tasso di inattività, al 35%, è ancora superiore di 0,2 punti. La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,8%, pari a -43mila unità rispetto a ottobre) si osserva per entrambi i generi e per tutte le classi d'età, con l'unica eccezione dei 35-49enni. In lieve calo anche il l tasso di disoccupazione giovanile che scende al 28% (-0,2 punti).
La crescita congiunturale degli occupati è il risultato dell'aumento dei dipendenti a termine e autonomi (rispettivamente +0,6% e +1,3%) e della diminuzione dei dipendenti permanenti (-0,1%). Nell'arco dei dodici mesi l'occupazione risulta in crescita grazie all'aumento dei dipendenti permanenti (+0,3%) e soprattutto di quelli a termine (+17%); più contenuto l'aumento degli autonomi (+0,1% pari a +4mila).