Sui conti correnti italiani non ci sono mai stati così tanti soldi. Il totale dei depositi nei conti delle banche, ha calcolato l’Associazione bancaria italiana nell’ultimo rapporto mensile, a fine aprile ammontava a 1.613 miliardi di euro. È il massimo storico. Rispetto a marzo c’è un aumento di 11 miliardi, rispetto a febbraio di 29 miliardi. Nel confronto con un anno fa sono ben 95 miliardi di euro in più.
Molti di questi depositi aggiuntivi sono delle famiglie. La Banca d’Italia non ha ancora pubblicato i numeri di aprile, ma già a marzo la tendenza era ben visibile: rispetto a febbraio i risparmi delle famiglie erano aumentati di 18 miliardi di euro, passando a 1.050 a a 1.068 miliardi complessivi. Nelle serie storiche della Banca d’Italia, che per questi dati iniziano dal 1999, aumenti dei depositi così sostanziosi compaiono solo a dicembre (nell’ultimo mese dell’anno tra tredicesime e altre entrate la “chiusura” dei bilanci famigliari fa segnare sempre incrementi significativi).
È ovviamente un effetto del lockdown. Da un lato con la chiusura dei negozi di tutti i tipi le famiglie hanno avuto poche occasioni di spendere. Chi è rimasto economicamente illeso dalla pandemia ha quindi potuto aumentare il suo conto in banca per il solo effetto del crollo delle uscite diverse dall’acquisto dei “beni essenziali”. Può avere un ruolo anche la sospensione delle rate dei mutui, che ha permesso a molte famiglie colpite dalla crisi di mantenere più soldi nel mese di marzo. Dall’altro lato c’è un effetto paura, che spinge gli italiani che ne hanno la possibilità a risparmiare più di prima per essere pronti ad affrontare un futuro incerto. Gli economisti lo chiamano “risparmio precauzionale”.
Questa tendenza è confermata dall’indagine straordinaria condotta dalla Banca d’Italia tra fine aprile e inizio maggio per capire quali siano le aspettative delle famiglie italiane. I risultati, riportati nella relazione annuale presentata dal governatore Ignazio Visco venerdì, dicono che metà degli italiani si aspetta un peggioramento della sua situazione economica nei prossimi mesi. Il 15% degli intervistati ha aggiunto che dovrà indebitarsi o intaccare i risparmi per onorare i debiti e fare fronte alle spese ordinarie. Il 38% ha indicato che avrà problemi a pagare le rate del mutuo.
Più in generale, anche a emergenza finita gli italiani non torneranno a spendere come prima. «Le famiglie prevedono una ricomposizione dei propri consumi, con una riduzione particolarmente marcata degli acquisti considerati comprimibili, come viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatro, che rappresentano il 22% del paniere di spesa – nota la Banca d’Italia –. Ben il 70% dei nuclei in maggiore difficoltà economica intende diminuire tali spese al di sotto dei livelli precedenti l’epidemia; la percentuale rimane elevata (superiore al 40%) anche per le famiglie più abbienti, per quelle che non hanno subito perdite di reddito ingenti, né si aspettano di doverle fronteggiare in futuro».