Sempre più numerose imprese del Nordest agganciano la ripresa grazie ad accordi sindacali sempre meno ideologici. E grazie anche a lavoratori stranieri che si lasciano mettere in gioco più dei giovani italiani. Fiom, Fim e Uilm dell’Electrolux, per decenni il sindacato più antagonista in Veneto, ha rinunciato al ponte di ferragosto per consentire al "gigante del freddo" di realizzare una commessa improvvisa di 2 mila frigoriferi. Nel giugno scorso aveva accettato di interrompere il contratto di solidarietà (6 ore al giorno con 2 di integrazione) per ritornare a quello normale, in modo da fronteggiare un ordine di 22 mila frigo. I nuovi ordini consolidano un periodo particolarmente positivo per le vendite di frigo a incasso – perché di questi si tratta – anche grazie alla buona accoglienza che il mercato ha riservato al nuovo prodotto "Cairo". Una positiva congiuntura che vede questo segmento del settore di elettrodomestici a incasso (built in) tirare, in un contesto di generale difficoltà del comparto, in particolare per i prodotti a libera istallazione (free standing). La direzione aziendale ha già comunicato che con settembre l’orario proseguirà su due turni da 8 ore, il che significa la non attivazione, per ora, del contratto di solidarietà di 2 ore al giorno. Continuano nel frattempo le giornate di straordinario da 8 ore, nei sabati 10, 24 e 31 agosto con orario 6 alle 14. Sempre grazie alla disponibilità del sindacato, la ditta Cappellotto di Gaiarine, nel Trevigiano, ha concluso una commessa di 115 camion-spurgo per la nuova Libia, che saranno consegnati nei prossimi giorni. 40 milioni di fatturato, 45 a fine anno, 165 dipendenti, di cui una buona parte rumeni ormai da 20 anni, la Cappellotto – hanno riferito ieri i titolari al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che è stato da loro in visita – non ha mai fatto un’ora di sciopero né un’ora di cassa integrazione. Ed esporta dalla Cina al Brasile, passando per l’Iraq. E anche per le missioni Onu. A Fregona, sulle Prealpi trevigiane, opera la "Pizza Margherita", che confeziona 30mila pizze surgelate al giorno, con una sessantina di dipendenti, e un lavoro straordinario di sabato, a volte pure di domenica, un export dalla percentuale molto alta, e proprio in questi giorni sta raddoppiando l’area produttiva ed il personale. La trevigiana Arredoplast ha il 90% di immigrati, i suoi capireparto sono tutti stranieri e, in presenza di supercommesse specie dall’estero, non riesce a trovare personale italiano per assecondare la ripresa che in questa azienda è in corso da tempo. Ci sono ragazzi che si presentano con la mamma ed altri che hanno chiesto di rimandare l’assunzione a dopo le vacanze. La crisi batte ancora duro, anche a Nordest ci sono aziende costrette a chiudere, ma neppure noi – ammette Mario Cappellotto, presidente dell’omonima ditta di Gaiarine – riusciamo a trovare il personale specializzato; siamo ricorsi alla formazione dei nostri immigrati, che sono ormai di famiglia, perché quando li abbiamo accolti ci siamo premurati di trovare anche la casa e di promuoverne l’integrazione, adesso sono i primi ad assecondare le esigenze della ripresa. Al Gruppo Carraro, nel Padovano, dopo l’estate si comincerà a lavorare a ciclo continuo anche il sabato, con possibilità di estendere i turni perfino alla domenica. I lavoratori, riuniti in assemblea, hanno detto di sì. In campo, infatti, ci sono 40 milioni di investimenti. Qualche dubbio sullo straordinario domenicale da parte del sindacato.