Il premio per l'Economia 2018 è stato assegnato a due americani: William D. Nordhaus e Paul M. Romer. Al primo per aver studiato l'inter-relazione tra i cambiamenti climatici e l'economia, il secondo per lo studio sulla crescita endogena, da cui sono emerse nuove ricerche sulle politiche che incoraggiano l'innovazione e la crescita a lungo termine. L'attività umana - spiega il comitato - ha contribuito al rapido aumento delle temperature medie medie negli ultimi 100 anni e la ricerca dello statunitense William Nordhaus mostra come "l'attività economica interagisca con la chimica e la fisica di base sui danni causati dagli effetti del cambiamento climatico". Nordhaus è stato il primo a creare un modello quantitativo che descrivesse l'interazione globale tra economia e clima. Il suo modello è ora diffuso e viene utilizzato per esaminare le conseguenze degli interventi sulla politica climatica, ad esempio le tasse sulle emissioni di Co2. Romer, anche lui statunitense, è intervenuto durante la presentazione in diretta audio. Le sue ricerche hanno dimostrato "come gli economisti possano perseguire un tasso di crescita sano" e come le forze economiche influenzino le imprese a produrre nuove idee e innovazione. Entrambi i vincitori ha affermato la Royal Academy of Sciences, "hanno sviluppato metodi che affrontano alcune delle sfide fondamentali e più urgenti del nostro tempo: combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell'economia globale con il benessere della popolazione del pianeta". Nordhaus e Romer si divideranno il premio da 9milioni di corone svedesi (circa 860.000 euro).
Difficile azzeccare il nome del vincitore: qualsiasi previsione della vigilia è stata stravolta. Quella per l'economia è la più giovane tra le categorie, essendo stata introdotta solo nel 1969 (il premio è stato istituito dal chimico e industriale svedese Alfred Nobel nel 1895). Viene tuttora attribuito dalla Banca di Svezia che lo ha istituito e lo finanzia. Non è solo un riconoscimento importante dal punto di vista professionale ma anche piuttosto cospicuo sotto il profilo strettamente finanziario, visto che l'Accademia Reale Svedese riconosce al vincitore una gratifica economica di 960.000 euro. Premio comunque andato principalmente ad economisti statunitensi (secondi gli inglesi) e una sola volta (nel 1985) è stato assegnato ad un italiano, Franco Modigliani.
Anche quest'anno erano in "pole" economisti inglesi o americani, ma la novità poteva essere la prima volta di una donna: da più parti è stato lamentato il fatto che il gentil sesso non abbia mai ottenuto un riconoscimento del genere. Secondo Hubert Fromlet, professore svedese ed esperto di Nobel, se tra gli anni Ottanta e Novanta la ricerca in campo economico era esclusivo appannaggio degli uomini, sarebbe stato il momento giusto per cambiare visti gli importanti progressi ottenuti dalle varie cervellone negli ultimi decenni. A suo giudizio, potevano ambire il premio le economiste Susan Athey (Università di Stanford), Marianne Bertrand (Chicago) Ester Duflo (MIT): hanno spaziato dai più diversi campi, dal mercato del lavoro alla ricerca in campo tecnologico. Ma ancora una volta il premio è andato a due uomini.