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Via libera formale dei Ventisette ai primi contro-dazi Ue in risposta in particolare a quelli Usa sul fronte dell’acciaio e dell’alluminio (entrambi al 25%), per un valore totale di 20,7 miliardi di euro export Usa - ANSA
Via libera formale dei Ventisette ai primi contro-dazi Ue in risposta in particolare a quelli Usa sul fronte dell’acciaio e dell’alluminio (entrambi al 25%), per un valore totale di 20,7 miliardi di euro di export Usa. Un via libera arrivato con un voto oggi pomeriggio, con un solo no: quello dell’Ungheria che si è detta «contraria all’escalation».
Per la risposta dell’Unione agli altri dazi (quelli del 25% sulle auto e quelli «di reciprocità» del 20%), si dovrà aspettare almeno la prossima settimana. «L’Ue – si legge in una nota della Commissione – considera i dazi Usa ingiustificati e dannosi, con danni economici a entrambe le parti nonché all’economia globale. L’Ue ha affermato la sua preferenza per trovare risultati negoziati con gli Usa che siano equilibrati e di reciproco beneficio». Bruxelles sottolinea che «queste contromisure possono essere sospese in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino un risultato negoziale giusto ed equilibrato».
Il voto è stato rapido e senza suspence. Oltretutto per questo tipo di procedura («comitologia») la proposta della Commissione passa automaticamente a meno che non sia bloccata da una maggioranza qualificata (55% degli Stati membri, e cioè almeno 15 su 27, che corrispondano ad almeno il 65% della popolazione). Ieri, eccetto Budapest, c’è stato un sì unanime.
I prodotti colpiti sono in buona parte quelli già individuati nel 2018 con qualche aggiunta visto che Trump ha aumentato i dazi in particolare sull’alluminio dal 10% di sette anni fa all’attuale 25% (quota invece già presente dal 2018 per l’acciaio). Trump ha reintrodotto queste misure il 12 marzo scorso, ponendo fine a una sospensione concordata da Bruxelles con il presidente Joe Biden nel 2021. Tra i dazi figurano prodotti soprattutto di Stati Usa repubblicani, a cominciare dalla soia, e poi tabacco, cereali, succhi di frutta, materassi, arredo, calzature, abbigliamento, jeans Levi's, moto Harley Davidson, stufe, frigoriferi, lavatrici, yacht, trucco per il viso, carne di manzo, pollame, cioccolato bianco, polietilene e altro.
Sparito invece il bourbon whiskey su richiesta di Italia e Francia spaventate dalla minaccia di Trump di imporre il 200% di dazi su vini e champagne europee.
In gioco quattro diverse liste, con un’entrata in vigore scaglionata. La prima (per un valore complessivo di 3,8 miliardi di euro, con quote tra il 10% e il 25%) è la stessa (con l’esclusione del whiskey) varata nel 2018 in risposta ai primi dazi, allora della prima amministrazione Trump, su acciaio e alluminio. Essendo già nota da tempo, può entrare in vigore già dal 15 aprile. La seconda (per un valore di 800 milioni di euro e una quota del 25%) contiene un gruppo di prodotti inserito in risposta all’aumento del dazio sull’alluminio. La terza lista (12,6 miliardi e una quota del 25%) è in risposta all’ampliamento del campo di applicazione delle misure ai prodotti derivati dell’acciaio e dell’alluminio. In rispetto delle regole del WTO, la seconda e terza lista entreranno in vigore dopo un mese, il 16 maggio.
Infine, c’è una quarta lista (per 3,5 miliardi di euro con una quota del 25%) che riguarda mandorle e semi di soia, che entrerà in vigore solo il primo dicembre, per non compromettere il raccolto di questi prodotti, dando il tempo agli agricoltori europei di trovare nuovi fornitori. Lo scaglionamento, inoltre, nelle speranze di Bruxelles potrebbe dare tempo al negoziato.