Massimo Minelli è il primo presidente della Alleanza della Cooperazione Lombarda: una realtà da 1,6 milioni di soci e 143mila occupati per un giro d'affari di 15,7 miliardi
Ben 3.633 cooperative con 1,6 milioni di soci, 143mila occupati e un volume d’affari di 15,7 miliardi di euro. Una realtà che dall’inizio della pandemia si stima abbia subito perdite per 3 miliardi. Ma che tuttavia resiste, reagisce, guarda avanti. E conferma la sua centralità per la vita e l’economia lombarde. Un dato eloquente: quello dei «lavoratori essenziali». Che l’emergenza Covid ha portato alla luce. Il mondo della cooperazione per il 70% ha continuato a lavorare sempre, contro meno del 50% di tutte le attività produttive. Ecco i numeri della neonata «Alleanza della Cooperazione Lombarda», la più grande rappresentanza regionale del mondo cooperativo che riunisce le tre principali associazioni – Agci, Confcooperative e Legacoop – e raccoglie il 90% delle cooperative aderenti a una sigla.
Minelli: azione corale e «glocale». Si è svolta lunedì 13 aprile l’assemblea online che ha tenuto a battesimo l’Alleanza e ha eletto, quale primo presidente, Massimo Minelli, attuale presidente di Confcooperative Lombardia. Sono stati inoltre eletti co-presidenti Attilio Dadda e Cinzia Sirtoli, alla guida rispettivamente di Legacoop e Agci lombarde. «Questo progetto, che da anni ci impegna in battaglie comuni, oggi è un nuovo punto di partenza – ha dichiarato Minelli –. Una risposta alla crisi che impone non solo alle nostre aziende di rinnovarsi, ma richiama le associazioni a un’azione radicale e coraggiosa di cambiamento. È anche un invito alle istituzioni con cui l’Alleanza si relazionerà, perché il vero cambiamento può attuarsi solo attraverso un’azione corale e condivisa di tipo "glocale"».
Dadda e Sirtoli: insieme oltre la crisi. «Dinanzi a un presente complesso e incerto il movimento cooperativo lombardo sceglie la strada dell’unità – commenta Attilio Dadda –. Insieme per essere vicini e utili alle cooperative associate, per alleggerire il peso di questa pandemia sulle comunità lombarde. Insieme perché abbiamo imparato che questa sfida non la si affronta e non la si vince da soli». «Insieme anche per uscire dalla crisi e rafforzare le nostre imprese a partire da misure a sostegno della cooperazione – incalza Cinzia Sirtoli –. Il rilancio della Lombardia può avvenire solo grazie a imprese robuste e capitalizzate in grado di attrarre i migliori talenti e i capitali necessari ad una ripresa che auspichiamo sia equa, sostenibile e duratura».
I principi dell’Alleanza. Unità, concretezza, necessità di avviare processi «glocali», «meno competitivi e più cooperativi»: questi i «principi strategici» per il successo dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda, ha spiegato Minelli in assemblea. La pandemia ha rafforzato la consapevolezza condivisa che la cooperazione «è lo strumento economico più avanzato per dare cura e protagonismo alle persone, per favorire una più equa distribuzione delle risorse e ridurre sensibilmente la forbice delle diseguaglianze, per lavorare nel rispetto dell’ambiente guardando alla sostenibilità come elemento imprescindibile». E dove c’è contraddizione fra cooperazione e bene comune, «non siamo di fronte a forme di cooperazione autentica».
Tra vaccini, sanità del territorio e «workers buyout». L’unità ha bisogno di scelte concrete e condivise, ha insistito il presidente. Che ha fatto l’esempio della questione vaccini: «siamo stati i primi il 4 febbraio a rilanciare l’ipotesi di un utilizzo delle imprese come luoghi di vaccinazione» come, in precedenza, di monitoraggio con test e tamponi. E se è giusto inoculare i vaccini anzitutto al personale sanitario, agli anziani e alle «categorie fragili», si rinnova la richiesta – quando vi fosse maggiore disponibilità di vaccini – di dare priorità anche ai «lavoratori essenziali», «quelli che non si sono mai fermati assicurandoci il necessario per vivere». E che spesso lavorano nelle cooperative. Altre sfide additate da Minelli: la riforma della legge 23 – per dare effettiva applicazione al criterio della collaborazione tra sociale, socio-sanitario e sanitario – e la promozione di una «sanità di territorio». In agenda anche «l’accordo sui Wbo – workers buyout – che contiamo di firmare nei prossimi giorni con il mondo sindacale». Per Wbo si intendono le aziende salvate o "rigenerate" dai dipendenti che subentrano nella proprietà, con interventi resi possibili dal sostegno della legge Marcora. In questo scenario: si attende «l’apertura del bando per la nuova misura regionale per la cooperazione» che, «insieme alla Nuova Marcora voluta dal Governo», favorisca processi di sviluppo e capitalizzazione per rilanciare le cooperative oltre l’emergenza Covid.