Sono urgenti misure per sbloccare i pagamenti della Pubblica amministrazione verso le imprese. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricevendo al Quirinale il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, raccoglie e rilancia le «profonde preoccupazioni» degli imprenditori per il rischio di un’ulteriore acutizzazione della crisi economica. Un messaggio rivolto anche al governo italiano e alle istituzioni europee alla vigilia del vertice Ue che deve discutere di come rilanciare la crescita. Napolitano ha condiviso pienamente, informa una nota del Quirinale, i timori espressi dal capo di Confindustria con «l’esigenza di porre i problemi dell’economia reale al centro dell’attenzione delle istituzioni e delle forze politiche chiamate in questa fase ad assumerne la responsabilità».«Considerata l’urgenza di sollevare le imprese da una pesante condizione anche sul piano delle disponibilità finanziarie – aggiunge il comunicato del Colle – risultano urgenti misure come quelle volte a rendere possibile lo sbocco dei pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni a una vasta platea di aziende. Queste ed altre misure dovranno essere definite rapidamente attraverso le necessarie intese in sede europea, sollecitate dall’Italia e divenute ormai improcrastinabili».Secondo Squinzi, in assenza di tempestivi concreti interventi la crisi è destinata a peggiorare. Il pagamento di almeno un parte dei debiti dello Stato alle imprese rappresenterebbe una boccata d’ossigeno capace di evitare l’asfissia di una parte non piccola del mondo produttivo. Nei giorni scorsi Confindustria ha proposte alle forze politiche una cura choc. In tre mesi andrebbero sblocare 48 miliardi dei 71 miliardi di crediti scaduti. Una iniezione di liquidità capace secondo Confindustria di generare «almeno 10 miliardi di nuovi investimenti nei prossimi anni».Ieri i presidenti dell’Anci, Graziano Delrio, e dell’Ance (costruttori edili), Paolo Buzzetti hanno scritto a Monti chiedendo «l’immediata approvazione di un piano effettivo di pagamento di tutti debiti pregressi, da concordare con l’Ue come misura una tantum che, in quanto tale, non incide sul pareggio di bilancio strutturale». Secondo l’associazione dei Comuni e quella dei costruttori è necessario «un provvedimento d’urgenza del governo» perché il fenomeno dei ritardati pagamenti sta «letteralmente stritolando il tessuto produttivo del settore costruzioni ed estendendo i suoi effetti devastanti su tutta la filiera».