Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, salvo intese (quindi con la possibilità di modifiche), il ddl di riforma del mercato del lavoro. Si tratta - si legge in una nota di Palazzo Chigi - di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall'Europa, e per questo discussa con le parti sociali con l'intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioè di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l'occupazione e l'occupabilità dei cittadini. Per i licenziamenti per motivi economici "il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un'indennità. Particolare attenzione - precisa il comunicato di palazzo Chigi - è riservata all'intento di evitare abusi". La riforma del lavoro "introdurrà elementi di premialità" verso le imprese "per l'instaurazione di rapporti di lavoro più stabili. La riforma favorirà" anche "il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali".
LE NOVITA' Arriva il congedo di paternità obbligatorio. Il nuovo impianto del mercato delle professioni attribuisce massimo valore all'apprendistato - inteso nelle sue varie formulazioni e platee - che diviene il 'trampolino di lancio' verso la maturazione professionale dei lavoratori. Via libera al "regolamento che definisce termini e modalità di attuazione della disciplina delle cosiddette 'quote rosa' alle società controllate da pubbliche amministrazioni. L'obiettivo è il "potenziamento dell'accesso delle donne alle posizioni di vertice". Con l'obiettivo di perseguire "l'equità di genere" e favorire l'occupazione femminile la riforma del lavoro prevede "norme di contrasto alla pratica delle cosiddette dimissioni in bianco con modalità semplificate e senza oneri per il datore di lavoro e il lavoratore" e anche "il rafforzamento con l'estensione sino a tre anni di età del bambino (oggi è fino a un anno) del regime della convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri". Le aziende potranno stipulare accordi con i sindacati maggiormente rappresentativi, finalizzati a incentivare l'esodo dei lavoratori anziani. Si crea così "una cornice giuridica per gli esodi con costi a carico dei datori di lavoro". Con la riforma del Lavoro approvata dal Consiglio dei ministri "si potenzia l'istituto dell'assicurazione contro la disoccupazione estendendone l'accesso ai più giovani, a coloro che sono da poco entrati nel mercato del lavoro e alle tipologie di impiego attualmente escluse (ad esempio quella degli apprendisti)".
GOVERNO: TUTELE SARANNO PIU' EQUE La riforma del mercato del lavoro "favorirà, anzitutto, la distribuzione più equa delle tutele dell'impiego, contenendo i margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent'anni e adeguando all'attuale contesto economico la disciplina del licenziamento individuale". Così il governo in una nota, dopo il Cdm. "E' prevista l'introduzione di un rito procedurale abbreviato per le controversie in materia di licenziamenti, che ridurrà ulteriormente i costi indiretti del licenziamento".
FORNERO: RIFORMA SARA' MONITORATA COSTANTEMENTE "Ci mancherebbe che una riforma così importante non sia costantemente monitorata e valutata". Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, rispondendo in video collegamento da Roma, a una domanda posta da Pietro Ichino nel corso di un convegno a Milano. "Abbiamo sicuramente intenzione - ha spiegato - e dovrebbe essere pratica comune, di procedere a valutazione e monitoraggio di ciò che viene innescato dalla riforma in termini di comportamenti di tutte le parti coinvolte, imprese, lavoratori e P.A."."Che questo si associ necessariamente a una sperimentazione - ha proseguito il ministro Fornero - non è detto, è possibile che le misure vadano in vigore in via non sperimentale, e che siano applicate in maniera estensiva, ma costantemente e attentamente monitorata". Il ministro ha poi indicato il ruolo di Istat e Inps, che sono "fornitori di dati formidabili". "Abbiamo intenzione - ha concluso - di coinvolgerli in modo pieno pensando anche a nuove modalità di raccolta" dei dati.
SCHIFANI: MONTI HA SCELTO LINEA DI ASCOLTO Il governo Monti "ha adottato una linea non dico di mediazione ma di ascolto apprezzabile anche nei confronti del Parlamento" rinunciando a presentare un decreto legge sulla riforma del lavoro. E' quanto ha detto il presidente del Senato Renato Schifani incontrando i giornalisti del Corriere della Sera a Milano. "Non sono né contento né scontento - ha precisato Schifani - ne ho preso atto. Il governo ha fatto questa scelta e la rispetto perché comprendo la delicatezza del tema". Schifani ha però ammonito che "questo non deve significare una dilatazione oltre l'estate che insabbierebbe la riforma e non ce lo possiamo permettere".
NAPOLITANO: 'NON CI SARA' VALANGA DI LICENZIAMENTI' "Il problema più drammatico è quello delle aziende che chiudono e dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, non per l'articolo 18 ma per il crollo delle attività produttive". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine di una cerimonia alle Fosse Ardeatine. "Non credo che noi stiamo per aprire le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell'articolo 18", ha risposto Napolitano ai giornalisti che gli facevano notare come ci fosse preoccupazione nel Paese su questo tema. "Anche perché - ha aggiunto - bisogna sapere a cosa si riferisce l'articolo 18". "Noi andremo ad una discussione in Parlamento dove - ha spiegato Napolitano ai giornalisti che gli chiedevano se il dibattito parlamentare potesse far rientrare la Cgil nell'intesa - si confronteranno preoccupazioni e proposte. Ma io sono convinto che si arriverà ad un risultato del quale si potranno riconoscere i meriti e la validità perché - ha sottolineato - era una riforma da fare".
Il presidente della Repubblica ha insistito molto sulla crisi economica ancora in atto e sul fatto che questa colpisce le aziende e taglia posti di lavoro: "quello delle crisi aziendali è il problema più drammatico, le aziende chiudono e i lavoratori rischiano di perdere il posto", ha spiegato. E tutto ciò succede non a causa "dell'articolo 18 ma attraverso il crollo delle attività produttive". Ecco perché, secondo Giorgio Napolitano, "bisogna puntare soprattutto a nuovi investimenti, sviluppi e nuove iniziative in cui possano trovare sbocco soprattutto i giovani".
ANGELETTI: BENE DDL,SPOSTA DISCUSSIONE IN PARLAMENTO La scelta di un ddl per la riforma sul mercato del lavoro è giudicata positivamente dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Sposta il luogo della discussione in Parlamento, quindi probabilmente avremo più ascolto di quanto ne abbiamo avuto con il governo sino ad ora", ha detto il sindacalista parlando a Forum di Cernobbio della Confcommercio. "Se le modifiche saranno approvate dal Parlamento, ovviamente noi rivolgeremo un appello ai gruppi parlamentari", ha aggiunto.
UILM: POSSIBILI INZIATIVE UNITARIE CONTRO RIFORMA I metalmeccanici della Uil considerano "assolutamente inaccettabili" le modifiche sull'articolo 18 che prevedono il solo indennizzo per i licenziamenti per motivi economici e ritengono "possibili" iniziative unitarie con Fiom e Fim per contrastare la riforma. Lo afferma il numero uno Uilm Rocco Palombella.
PARTITO DEL NO SEMPRE PIÙ ESTESOLa Cgil ha indetto già 8 ore di sciopero generale contro la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sui licenziamenti senza giusta causa. Anche l'Ugl, sindacato vicino alle destra, è contrario alle modifiche del governo in materia di licenziamenti. Mentre Cisl e Uil, dopo un assenso iniziale, chiedono modifiche in Parlamento finalizzate a consentire la possibilità di reintegro anche per i licenziamenti economici. Soddisfatto anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ieri aveva chiesto al governo - in linea con il Partito democratico - che anche per i licenziamenti economici sia contemplata la possibilità del reintegro e non solo il risarcimento. Sul fronte metalmeccanico la Fiom ha già avviato una serie scioperi e mobilitazioni nelle fabbriche e oggi anche la Uilm, sezione metalmeccanica della Uil, ha aperto a iniziative unitarie con Fim (Cisl) e Fiom contro le modifiche all'articolo 18.
BERSANI: MODIFICHE O PARLAMENTO CHIUDA, COLLE CON MONTI"Sono sereno che sull'articolo 18 si vorrà ragionare, altrimenti chiudiamo il Parlamento e così i mercati si rassicurano", ha detto Bersani in modo provocatorio a Genova dopo che ieri il ministro del Welfare Elsa Fornero aveva detto: "il Parlamento approvi la riforma o ci mandi a casa".