Ultima seduta dell'anno in leggerissimo rialzo per Piazza Affari, che riflette l'ottimismo sulla ripresa dell'economia italiana, come dimostra il differenziale tra i Btp a 10 anni e il Bund tedesco che in giornata ha toccato 217 punti base, il livello più basso dal luglio del 2011. Il risultato finale ha visto l'Ftse Mib, in controtendenza rispetto alla maggioranza degli altri indici europei, salire dello 0,06% a quota 18.967 punti; All Share +0,06% e 20.203 punti.A trainare il listino milanese i titoli del lusso, Fiat e Saipem. Bene anche Mps (+1,39% a 0,1754 euro, con un minimo a 0,1640 euro) al termine di una seduta molto volatile: dopo un avvio in cui non è riuscito a fare prezzo, il titolo senese hasegnato un netto ribasso per poi recuperare nel corso della giornata, la prima utile dopo che l'assemblea ha approvato l'aumento di capitale di tre miliardi, seppure con una tempistica diversa rispetto a quella indicata dal management. Tra gli altri finanziari, Intesa Sanpaolo -0,22%, Unicredit -0,37%, Mediobanca invariata a 6,36 euro, Generali sui valori della vigilia (17,1 euro per azione). In evidenza Saipem con un progresso dell'1,1%, mentre, sempre tra gli energetici, Eni ha segnato un -0,46%, Enel ha chiuso con un +0,06%. Telecom Italia ha guadagnato lo 0,56% a 0,7210 euro.Per quanto riguarda gli industriali a maggior capitalizzazione, Pirelli +0,24%, Finmeccanica +0,27%, Fiat, sulle voci di un accordo sempre più vicino per la quota diminoranza di Chrysler detenuta da Veba, ha piazzato un +1,89% a 5,9450 euro.
In evidenza il settore del lusso: Tod's +1,17%, Luxottica +0,59%, Ferragamo +0,4%.Mentre il differenziale fra Btp a dieci anni e omologhi Bund tedeschi ripiega a 215 punti. Il rendimento dei nostri titoli è al 4,09%. In grande evidenza sulla stampa finanziaria internazionale la vicenda di Mps dopo che l'assemblea degli azionisti ha approvato la proposta della Fondazione di posticipare l'aumento di capitale. "Profumo pensa ad una uscita da Mps sulla scia del voto dei ribelli", titola il
Financial Times, che, citando fonti vicino al banchiere, scrive: "La sua missione era salvare la banca ed era convinto di poterci riuscire a gennaio", ora "sta già considerando il suo futuro fuori da Mps". Citando sempre fonti vicino alla vicenda, il quotidiano della City spiega che la Fondazione "ora proverà a rinegoziare il debito da 350 milioni di euro che ha con Credit Suisse, Mediobanca ed una cordata guidata da JPMorgan per liberare liquidità". "La Banca italiana fa slittare l'aumento di capitale",titola invece il
Wall Street Journal, sottolineando che ora per Mps e i vertici del gruppo "si apre un periodo d'incertezza" e sia il presidente Profumo che l'amministratore delegato Fabrizio Viola potrebbero dimettersi.
''Mi auguro che
Alessandro Profumo resti al vertice di Mps perché la Fondazione e l'assemblea
non hanno criticato il piano su cui si sono impegnati. Ne hanno chiesto solo
l'applicazione differita, di pochi mesi, sempre nell'ambito dei tempi dati dalla
Ue''. Lo afferma la presidente della Fondazione Mps,
Antonella Mansi, in
un'intervista al
Corriere della Sera in cui auspica che non si dimetta nemmeno
l'Ad Fabrizio Viola. ''Da oggi la banca può fare il proprio percorso senza avere
alcun tipo di vincolo rispetto alla Fondazione, perché l'aumento di capitale si
farà senza tornare in assemblea'', dice Mansi. ''Noi ricominciamo un percorso
che abbiamo dovuto interrompere data l'accelerazione impressa alla
ricapitalizzazione. Il nostro lavoro sarà di provvedere a una cessione della
quota utile alla messa in sicurezza dell'ente, che è sempre stato il nostro
mandato. Dunque parlare di una Fondazione che si arrocca perché vuole mantenere
la posizione nella banca significa non capire che sta avvenendo proprio il
contrario''.
Nessun interesse
a nazionalizzare il Monte dei Paschi di Siena. A ventiquattro ore dal via libera
al maxi-aumento di capitale da 3 miliardi di euro, il ministero dell'Economia e
delle finanze plaude al risultato incassato all'assemblea degli azionisti di
Siena e mette in chiaro la sua posizione: la priorità per Via XX settembre, ha
detto un portavoce del ministro Fabrizio Saccomanni, è chiudere
l'operazione nei tempi stabiliti, rimborsare il 70% dei Monti bond entro il 2014
come promesso alla Commissione europea, restituendo così i soldi agli
italiani.E per farlo, sottolineano le stesse fonti, è necessario che le parti in
causa, ovvero Fondazione e banca in prima persona, continuino a lavorare
nell'ottica di trovare una soluzione per la cessione delle quote di Palazzo
Sansedoni (33,5% della banca) e realizzare l'aumento di capitale tra maggio e
giugno come stabilito dall'assemblea. L'intervento del Mef arriva dopo settimane di silenzio in cui, spiegano le
stesse fonti, il ministero ha lavorato attivamente sia nella ricerca di un
accordo per le quote dell'ente sia per raggiungere il risultato ottenuto,
il cui merito va riconosciuto soprattutto al management della banca
rappresentata da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Intanto, però chi si dice
preoccupato della situazione sono i sindacati di categoria (Fabi, Fiba, Fisac e
Uilca) che, ''alla luce dell'assemblea degli azionisti e della contrapposizione
tra i vertici della banca e la fondazione'', chiedono un incontro urgente con il
Governo e, in particolare, col ministro Saccomanni.