venerdì 25 maggio 2012
​Di fondi Ue «destinabili». Eurobond: sì in tempi non lunghi. «La Grecia? È stata umiliata». «Napolitano ci ha salvati». Il premier vede i giovani: «Rischiate». Poi annuncia una riforma sul merito.
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​Il vertice Ue di mercoledì sera non ha prodotto grandi risultati, ma ha "caricato" Mario Monti. Il premier rientra da Bruxelles in mattinata e torna alla carica su Eurobond e lavoro giovanile: sui primi, strumenti di debito collettivo dell’Unione, dopo aver osservato che nel summit straordinario fra i leader Ue «si è fatto qualche importante passo avanti» anche se «meno di quanto necessario», dice che «ci sarà un’accelerazione in sede europea» e che i tempi per il loro varo «saranno maturi non fra moltissimo». Addirittura si spinge a dare una scadenza: non sarà questione «di 5-10 anni», ma di meno tempo. Mentre sulla «drammatica» e a volte «catastrofica» situazione della disoccupazione dei giovani, i più colpiti dalla crisi, il presidente del Consiglio, replicando anche al presidente della Bce Draghi (vedi sotto), ha sottolineato che il governo «risponderà con altre riforme». Infatti promette a breve un Consiglio dei ministri con al centro una riforma basata «sul merito», a suon d’«incentivi per i più meritevoli a scuola».Parole dette non a caso, dato che uno dei momenti centrali della giornata romana del Professore è stato il suo intervento al Forum nazionale dei giovani. Ma anche in tutti gli altri appuntamenti, dall’incontro con il primo ministro ceco Petr Necas alla presenza serale in tv, al programma di La7 "Piazzapulita", ha cavalcato questo tema. «Siete una priorità», ha assicurato Monti parlando ai giovani. L’esecutivo sta facendo il possibile per «porre rimedio a questa ingiustizia» del lavoro che scarseggia: soldi "freschi" non ce ne sono ma in Italia, ha ricordato, «il 29% dei fondi strutturali Ue per il 2007/13, più di 8 miliardi di euro, sono potenzialmente destinabili alla lotta alla disoccupazione giovanile». Con la conseguenza che «128mila giovani italiani, molti dei quali del Sud, potrebbero beneficiare» di questi fondi così riprogrammati; una parte cospicua dei «460mila europei» che sarebbero interessati.Su tutto continua ad aleggiare l’"incubo Grecia". A Bruxelles Monti ha visto ieri Antonis Samaras, il leader di Nea Democratia, poi a sera ha affermato che «l’esito più probabile è quello positivo», anche se «l’Europa ha sbagliato nel chiedere un aggiustamento troppo rapido» ad Atene. Di più: la Grecia ha subito, con la perdita di sovranità, un’«umiliazione pazzesca». Ma sotto il suo boom ante-2008 c’era «un concentrato di problemi» che, attenzione, in parte sono «anche i nostri». La differenza è che i greci «non hanno avuto il presidente Napolitano», che ha preteso un nuovo governo che, ha aggiunto Monti, «credo sia una parentesi impopolare che cerca di risolvere i problemi». D’altronde la stessa condizione giovanile è figlia dei troppi ritardi dell’Europa e delle sue classi politiche: «Se l’Europa avesse cominciato prima – ha sottolineato Monti – con i vincoli necessari per l’euro, la condizione di ognuno di voi sarebbe migliore». Così non è stato, è giunta però l’ora di provare almeno a voltar pagina. «Le cose possono e devono essere spinte», è la sua convinzione, e l’Italia «ha ritrovato la credibilità» per farlo, «non abbiamo più lezioni da ricevere» ma, ha avvisato con un riferimento all’azione già svolta dal suo esecutivo, «non può esistere un "cresci-Italia" senza un "cresci-Europa", è l’operazione in cui siamo impegnati».Un’azione che ruota attorno agli Eurobond. Il Professore è tornato sul vertice della sera prima: «Abbiamo ribadito l’importanza per noi di una politica per gli investimenti nella Ue come mezzo di crescita». Da basare appunto su queste obbligazioni collettive, che nasceranno «se l’eurozona lo vorrà e, quindi, anche la Germania». Resta da superare l’ostacolo più alto, quello di Berlino: ancora ieri la cancelliera Angela Merkel ha ribadito invece che «non farebbero che aggravare la crisi». È un obiettivo da perseguire con un impegno costante, ma metodico: «Picchiare i pugni sul tavolo? A Bruxelles il pugno cadrebbe nel vuoto, rimbalzerebbe». E in tv, in vena di "retroscena", il premier svela un aneddoto: «Dissi al premier greco (ex, ndr) Papandreou: se vogliamo gli eurobond, stai zitto...». Le parole più accorate, tuttavia, restano quelle rivolte ai ragazzi: Monti li sprona a «rischiare, a mettervi in gioco», a «sfidare l’autorità» e ad avere un «sogno in tasca che è il più bello e il più forte degli incentivi». Poi ancora li esorta, tornando sulla "vecchia" polemica del posto fisso: «Siate disponibili ad affrontare più lavori».
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