L'Italia alza al 2,9% l'obiettivo programmatico di deficit in rapporto al Pil del 2013 per avviare la liquidazione dei crediti commerciali vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione e dare spinta ad una economia anemica.
Forte dei margini di flessibilità sul bilancio concessi dall'Europa, il Consiglio dei ministri annuncia di voler varare nelle prossime settimane un decreto legge che porterà a liquidare 20 miliardi di fatture pregresse nel 2013 e altri 20 miliardi nel 2014 a fronte di uno stock valutato dalla Banca d'Italia in 70-80 miliardi a fine 2011.
"Il percorso della credibilità di un Paese e di un governo non è facile, ma se si riesce a percorrerlo ci si trova poi in buona condizione e questo è un lascito che noi vogliamo trasmettere al governo che ci seguirà", ha detto il presidente del Consiglio uscente, Mario Monti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Parte del maggior deficit rispetto alle ultime stime di settembre riflette il persistere della crisi economica. Il ministero dell'Economia, infatti, ha portato a -1,3% da -0,2% la stima sull'andamento del Pil nel 2013 e a +1,3% da +1,1% la stima del 2014. Il deficit a politiche invariate dovrebbe attestarsi al 2,4% del Pil quest'anno (da 1,8%) e all'1,7% nel 2014 (da 1,5%).Sarà un decreto a stabilire le
modalità attraverso cui accelerare i pagamenti della pubblica
amministrazione nei confronti dei debitori. Lo afferma il ministro
dell'Economia, Vittorio Grilli, nella conferenza stampa che si tiene a
margine del Cdm. Il titolare del dicastero di via XX settembre spiega
che, per lo sblocco dei pagamenti, sono necessari "due stadi".
Il primo passaggio che prevede la presentazione di una
relazione, e dovrà essere approvata al più presto dal parlamento, è
stato deciso dal cdm, e "serve per modificare gli obiettivi di
finanza pubblica, per creare gli spazi necessari per lo stadio due".
Il secondo stadio, spiega Grilli, prevede l'approvazione di decreto
legge, "che determini le forme le modalità, attraverso le quali
questa accelerazione avviene".
Grilli ricorda che l'esecutivo in passato ha
cercato di intervenire, in modo che il pagamento dei debiti "non
avessero impatto sui saldi di finanza pubblica". Un tentativo fatto
perchè, ricorda il ministro, "prima eravamo vincoliati a obiettivi
che non consentivano" l'incremento della spesa pubblica. Per
raggiungere questo fine "abbiamo messo in piedi, con molta fatica,
vista la complessità del meccanismo" il sistema di certificazione
dei crediti. "Oggi abbiamo una piattaforma elettronica", attraverso
cui le imprese e i fornitori possono presentare la propria
certificazione di debito, che dovrebbero essere 'scontatè dalle
banche.
"Questo circuito, che da un punto vista operativo è
funzionante, non ha dato risultati". Ci sono decine di miliardi di
debiti e richieste per decine di milioni, "sono cifre che non si
parlano", dice Grilli. Questo meccanismo indiretto, che "cercava di
fare arrivare la liquidità necessaria alle imprese, non ha portato a
un sollievo sufficiente". L'insuccesso della piattaforma "forse è
stato aggravato dalla situzione delle nostre banche, che non hanno
quella capacità di provvedere alle liquidità aggiuntive su più
fronti".