Nere e rotonde. E adesso anche parlanti. Il rapporto uomo-pneumatici non è dei più facili. Il primo ne ha bisogno per garantire la sicurezza di marcia, ma spesso le trascura. L'altro, invece, finora parlava un linguaggio incomprensibile ai più. Una lingua fatta di segni, di indicazioni, ma spesso difficile da capire da parte dell'umano che da essa pretendeva sempre il massimo assoluto, pur non mettendola nelle condizioni di farlo. Ovvero, pressione bassa, consumi anomali. Con Michelin Track Connect il passaggio successivo al dialogo uomo gomma si è trasformata in una App e in un sensore installato all'interno dello pneumatico che rivela istante per istante cosa succede.
Ce lo spiega Valerio Sonvilla, responsabile prodotto di Michelin Italia: «Sì è vero - ammette - io ho l'abitudine di guardare lo stato delle gomme delle auto che incontro ferme ai parcheggi e questo perché ogni gomma ti parla, ti spiega cosa sta succedendo e cosa succederà a breve. Vedo consumi anomali da un lato e capisco che l'automobilista ha un problema di assetto, vedo un bozzo su un fianco e capisco che c'è stato un contatto col marciapiede che ne mette a repentaglio la durata e la tenuta. Ma io sono un esperto del settore, uno che ci vive e capisco la lingua delle gomme. Ma un automobilista meno esperto, ma veloce e con la passione delle auto e della guida, come può fare? Ora abbiamo creato questa App con dei sensori e da oggi (anche se il lancio avverrà fra qualche mese, ndr) l'automobilista, il guidatore attento, potrà dialogare con la sua vettura, con le sue gomme e capire di che si tratta».
Di che si tratta è presto detto: c'è un sensore da inserire nel battistrada della gomma, all'interno della carcassa, che manda un segnale a una centralina installata a bordo, la quale trasferisce i dati sullo schermo di uno smartphone e dà in tempo reale i valori di temperatura, pressione e tempi sul giro. Sì, tempi sul giro perché in questa prima fase lo sviluppo e l'applicazione del sistema avviene in pista, su gomme alto di gamma, come quelle usate nel test con le Porsche: «Sì abbiamo deciso in questa fase di usare la pista come banco di prova anche perché ci sono condizioni estreme. Abbiamo inserito tutti i circuiti disponibili, il sistema Track Connect ci dice che condizioni ambientali ci sono, se secco, umido o bagnato. Poi ci indica le pressioni e le temperature, che possiamo memorizzare e consultare come archivio. Il sistema ci dice le pressioni, se abbiamo problemi di sottosterzo o sovrasterzo, quindi ci indica come comportarci».
Bello per chi ama la pista, ma potrebbe essere un sistema importante per le strade di tutti i giorni... «Il nostro obiettivo principale è la sicurezza, per cui in pista abbiamo condizioni estreme che necessitano di particolare attenzione. Il sistema è pensato anche per un utilizzo cittadino e non è escluso che in futuro il Track Connect possa essere usato anche dal signor Rossi che non ha le pretese e le esperienze di circuito». Quindi in questa prima fase le gomme parlano con piloti esperti, ma è anche vero che usando certe vetture, si possono fronteggiare i costi. Ogni pneumatico col sensore costa 10 euro in più rispetto a uno normale, poi la centralina costa circa 400 euro per la trasmissione dei dati sullo smartphone. Sono costi che una utilitaria difficilmente potrà sostenere, a meno che il suo guidatore non sia un appassionato dedito alla cura della sua vettura. Di sicuro avere un sistema che consente di capire in tempo reale cosa sta succedendo permette di avere sotto controllo tutto quanto serve. Le gomme parlano, Michelin ha inventato il traduttore dal loro linguaggio a quello umano.