Dopo una battuta d'arresto registrata ad agosto, il mercato dell'auto in Italia torna a respirare. A ottobre sono state immatricolate 121.736 vetture, in rialzo del 9,21% su base annua. Rispetto a settembre, la variazione è del +3,68%. Bene anche l'usato: a ottobre il mercato registra il +7,26%. Tornando alle immatricolazioni, il dato è positivo per il secondo mese consecutivo: il mercato aveva infatti dato segnali di ripresa a luglio (+5,02%) ma aveva registrato, seppurelievemente, un calo ad agosto (-0,20%). A settembre, invece, siè registrato il +3,27%. Buono anche il risultato di Fiat Chrysler Automobiles, che ha immatricolato a ottobre 33 mila vetture con un aumento del 5,6% rispetto all'anno scorso. La quota di mercato di FCA è stata del 27,1% rispetto al 28% di ottobre 2013.
Ad ottobre in Italia sono state immatricolate 121.736 vetture. Il Centro Studi Promotor: «Merito dei venditori, dell'effetto 80 euro e del parco circolante ormai vecchissimo»
A livello complessivo per l'Italia di tratta del risultato migliore da quando nel dicembre scorso, dopo 42 mesi di cali, il mercato dell’auto italiano ha invertito la tendenza per imboccare, non ancora la via della ripresa, ma quella di una stagnazione su livelli lievemente superiori a quelli infimi del 2013. Il dato di ottobre, secondo Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor, potrebbe indicare la possibilità di un passaggio dalla stagnazione ad una moderata ripresa. Se così fosse l’Italia si allineerebbe agli altri mercati della zona euro massacrati dall’austerity imposta da Bruxelles e cioè a quelli di Grecia, Spagna, Portogallo e Cipro che, dopo aver subito una drammatica penalizzazione tra il 2007 e il 2013, nel 2014 stanno crescendo a due cifre.
Sul miglioramento del quadro italiano - sottolinea l'analisi del Centro Studi Promotor - ha certamente influito positivamente il rinnovato impegno di case auto e concessionari nel promuovere le vendite, ma anche, e questo è il fatto nuovo, la ritrovata capacità della domanda di reagire agli stimoli. Dato il quadro economico generale ancora fortemente negativo, le spiegazioni del fenomeno possono essere due. La prima è che gli 80 euro in busta paga di Matteo Renzi incominciano ad avere qualche effetto concreto, almeno a livello psicologico, anche sugli acquisti di beni durevoli come l’auto. La seconda è che in un Paese, come l’Italia, in cui l’82,7% degli spostamenti motorizzati avviene in automobile, la sostituzione di una quota ancora modesta, ma già significativa, di auto ormai mature per la rottamazione non può più essere rinviata.
Il quadro resta comunque ancora molto delicato perchè i valori assoluti raggiunti dalle immatricolazioni sono ancora lontanissimi da quelli ante-crisi tanto che anche con crescite a due cifre, come quelle che si registrano nei già citati Paesi della fascia meridionale della zona euro, la via per tornare a livelli di mercato fisiologici è ancora lunga. I dati di oggi, secondo il Centro Studi Promotor, non sono tali dunque da giustificare un particolare ottimismo, ma contribuiscono in ogni caso ad attenuare il pessimismo. Se poi il Governo desse un segnale di attenzione al settore dell’auto la prospettiva di una crescita a due cifre nel 2015 si farebbe più concreta.
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