Secondo i dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ad aprile 2023 il mercato italiano dell’auto ha totalizzato 125.805 immatricolazioni contro le 97.365 unità registrate ad aprile 2022 (+29,2%). Nei primi quattro mesi del 2023 i volumi complessivi si attestano a 552.850 unità, contro le 435.681 registrate a gennaio-aprile 2022, con una crescita del 26,9%. Si tratta della quarta crescita mensile consecutiva a doppia cifra e della nona consecutiva con segno positivo. I numeri dunque attestano una innegabile ripresa del mercato, ma occorre considerare che il confronto con aprile 2022 è "drogato" dal fatto che quel mese lo scorso anno aveva chiuso in forte calo (-33%) a causa dell’attesa dell’effettiva entrata in vigore delle misure di incentivazione. Al buon risultato di questo inizio 2023 ha probabilmente contribuito anche lo sblocco degli ordini rimasti inevasi nei mesi precedenti a causa dei rallentamenti nella catena di fornitura, per via della crisi dei microchip e delle materie prime.
Come accaduto nei mesi precedenti, a trainare verso l’alto il mercato di aprile sono stati i due canali del noleggio, a breve e a lungo termine, la cui crescita è stata ben superiore alla media del mercato: rispettivamente +149% e +33%. Tornano a pesare in maniera determinante le auto-immatricolazioni, cioè le vetture targate (e acquistate) dalle concessionarie stesse per destinarle al mercato delle "km zero", che sono state ben 11.576, pari al 9% delle vendite del mese. Ad aprile alcuni marchi hanno immatricolato la maggioranza delle proprie auto con questo sistema negli ultimi tre giorni del mese: MG, per esempio, che ha targato il 78,1% delle sue vetture, DR (65,9%), Opel (63,9%), Hyundai (62,3%) e Lancia (62,1%). Tra i meno attivi sul fronte delle auto-immatricolazioni, Polestar (0%), Mahindra (6,7%), Volvo (25%), Tesla (25,1%) e Suzuki (27,7%).
Tutt'altro che confortante il dato che emerge dal punto di vista "ecologico" del mercato: le emissioni medie di CO2 delle auto nuove vendute ad aprile sono cresciute infatti del 2,9%. Analizzando nel dettaglio le immatricolazioni per alimentazione infatti, le autovetture a benzina vedono le vendite di aprile aumentare del 39,4%, con una quota di mercato al 29,4%, mentre le diesel crescono del 21% rispetto allo stesso mese del 2022, con una quota del 19,5%. Nei primi quattro mesi del 2023, le immatricolazioni di auto a benzina aumentano del 29,7% e quelle delle auto diesel del 20,7%, rispettivamente con quote di mercato del 27,8% e del 19,3%. E' pur vero che le auto ad alimentazione alternativa rappresentano, nel solo mese di aprile, oltre la metà del mercato (51%), con volumi in crescita del 26,8% rispetto a quelli dell’aprile 2022, ma quelle definite a "emissioni zero", cioè le 100% elettriche hanno ancora una quota solo del 3,2% sul totale dell'immatricolato nel mese e del 3,7% nei primi quattro mesi, anche se le vendite crescono del 31,3% in aprile e del 42% nel cumulato.
Risultati che contrastano con le direttive del nuovo Regolamento UE (2023/851) che conferma l’obbligo dal 1° gennaio 2035 di riduzione del 100% delle emissioni medie di auto nuove e veicoli commerciali leggeri. Secondo Michele Crisci, presidente dell’UNRAE, l'associazione che rappresenta in Italia le Case automobilistiche estere, “c’è da augurarsi che si lavori fattivamente, in modo coordinato con tutti i soggetti coinvolti e con una strategia pragmatica, per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni al 2035. In questa ottica continuiamo a sollecitare da tempo una riformulazione degli incentivi governativi, poichè i dati dimostrano che i bonus stanziati per l’acquisto di autovetture a basse emissioni non stanno funzionando. E’ urgente un innalzamento dei tetti di prezzo e l’inclusione di tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno. “Aspettiamo quindi una convocazione del Tavolo Automotive – aggiunge Crisci – di cui non si hanno più notizie, per lavorare di comune accordo verso obiettivi condivisi. Inoltre è necessario recuperare i ritardi accumulati sul fronte delle infrastrutture, accelerando l’installazione di colonnine di ricarica sia private che pubbliche, in particolare lungo le autostrade e strade statali, evitando la formazione di nuovi divari geografici all’interno del Paese e, anzi, andando a sanare quelli già esistenti”. Il presidente dell’UNRAE chiede poi di “accelerare l’emanazione delle norme previste dai decreti MASE e di quelle per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini, senza dimenticare una politica infrastrutturale ad ampio raggio e di orizzonte lungo anche per il rifornimento di idrogeno, in linea con la nuova direttiva AFIR".