giovedì 12 settembre 2019
Giovannini: coinvolgere anche i meno giovani e superare gli ostacoli che frenano un cambiamento positivo
Enrico Giovannini

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«Tutte le rilevazioni demoscopiche ci mostrano che in Italia sta crescendo l’attitudine dei consumatori e delle imprese verso prodotti e comportamenti responsabili, verdi, sostenibili. Una tendenza confermata anche dalle scelte dei risparmiatori sempre più orientate alla finanza green. Adesso, attraverso i Saturdays for Future, vogliamo provare a fare un ulteriore salto in avanti accelerando questa tendenza, coinvolgendo anche i meno giovani e superando alcuni ostacoli che frenano un cambiamento positivo e sempre più necessario». Enrico Giovannini – economista, statistico e attuale portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) – spiega da dove nasce l’idea di lanciare la prima giornata di mobilitazione nazionale per il consumo responsabile e quali sono gli obiettivi che l’iniziativa si prefigge di centrare seguendo la scia del successo dei Fridays for Future. «La nostra proposta, ancora prima di partire, ha già suscitato interesse informale sia nell’ambito delle istituzioni dell’Unione Europea sia nelle Nazioni Unite. Magari sul piano internazionale, oltre all’attivismo della giovane svedese Greta Thunberg sul clima, un giorno si potrà parlare anche dell’Italia che è riuscita a lanciare per prima i Saturdays for Future, una buona pratica da esportare in altri Paesi».

Professore, come si lega l’iniziativa italiana alla campagna globale in corso sul clima? In connessione con i Fridays for future, che ormai hanno contagiato anche genitori dei ragazzi, abbiamo pensato di far partire anche la nostra mobilitazione. Ci piace immaginare che un giovane al rientro a casa dallo sciopero globale sul clima, venerdì 27 settembre, alla richiesta della mamma o del papà su come sia andata la giornata possa rispondere: 'Dipenderà da come farai la spesa domani…'. La spinta al cambiamento in chiave sostenibile e responsabile deve arrivare dal basso e chiamare in causa tutte le generazioni. Nessun soggetto, inoltre, dalle imprese al singolo consumatore, deve sentirsi escluso dal fornire il suo contributo. È stato creato il sito www.saturdaysforfuture. it proprio allo scopo di ricevere adesioni e proposte per organizzare eventi sul territorio.

Si possono fare esempi concreti di azioni virtuose che ognuno può compiere? Sul portale si trovano indicazioni chiare a seconda della sezione di riferimento per consumatori, imprese, associazioni e media. È chiaro che la singola persona è chiamata a informarsi preventivamente sul livello di sostenibilità dei suoi acquisti e sulle migliori abitudini di consumo elettriche o idriche. Le imprese, ovviamente, sono chiamate a informare i consumatori sull’impatto ambientale e le realtà della grande distribuzione a promuovere prodotti in linea con un’economia circolare. Spesso non si tratta necessariamente di fare di più, ma solo di agire in modo diverso e più consapevole. L’onda sostenibile continua ad avanzare, ma dobbiamo togliere ancora alcune dighe.


«Apprezzabile che lo sviluppo sostenibile sia stato inserito nel documento di 29 punti elaborato dalle forze politiche di maggioranza e sia stato citato dal premier Conte»

L’iniziativa italiana dei 'sabati per il futuro' si inserisce in un quadro europeo dove, negli ultimi anni, è cresciuto l’impegno delle istituzioni Ue per favorire lo sviluppo sostenibile. Crede che con la nuova Commissione si proseguirà in questa direzione? Sulla carta l’Unione Europea sta compiendo un salto quantico anche recependo alcune proposte che come ASviS abbiamo avanzato. Basti pensare che la presidente Ursula von der Leyen, nelle lettere di mandato inviate ai singoli commissari, ha sottolineato come ciascuno di loro è responsabile dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nell’ambito politico di competenza e la Commissione della realizzazione complessiva. Anche la nomina della Commissaria all’uguaglianza è un segnale molto forte. Ora aspettiamo che si passi alla pratica, ma non si può ignorare che l’Europa è la prima area del mondo ampia ad assumere impegni così significativi e a prendere l’Agenda 2030 come punto di riferimento.

Anche Giuseppe Conte e il nuovo governo si sono presi impegni precisi su questo fronte... È apprezzabile che lo sviluppo sostenibile sia stato inserito nel documento di 29 punti elaborato dalle forze politiche di maggioranza assieme al riferimento all’Agenda 2030 e sia stato citato dal presidente del Consiglio. Sarebbe auspicabile, inoltre, come ha fatto Ursula von der Leyen con i commissari, che anche Conte inviasse una lettera del genere a tutti i ministri e i sottosegretari per indicare compiti e responsabilità. L’Italia avrebbe bisogno anche di dotarsi di una forte struttura di coordinamento per prepararsi adeguatamente a un semestre europeo in cui non ci si concentrerà solo su crescita, debito e deficit, ma dove saranno centrali pure l’ambiente, il disagio sociale e il benessere.

Il primo e vero banco di prova dell’esecutivo giallo-rosso sarà la manovra. Quali misure si potrebbero mettere in campo in tale contesto? Il 4 ottobre presenteremo come ASviS le proposte per scrivere la prossima Legge di Bilancio. La fiscalità può essere strumento importante per orientare le decisioni. Dall’eliminazione dei sussidi dannosi per ambiente fino agli incentivi per le imprese che si muovono verso un’economia circolare e digitale (nell’ottica di una riduzione complessiva del gettito) sono tanti gli interventi che si potrebbero inserire in manovra. Il nuovo governo ha fin subito l’opportunità di dimostrare che sullo sviluppo sostenibile vuole fare sul serio.

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