martedì 22 ottobre 2024
La compagnia di bandiera ha perso la causa contro tre dipendenti, ma il sindacato sta trattando per tutti i 1700 che hanno perso il lavoro in seguito all'esternalizzazione del servizio bagagli
Licenziamenti durante la pandemia, Qantas rischia un maxi-risarcimento
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La compagnia di bandiera australiana Qantas rischia di dover affrontare un pesante risarcimento a 1700 dipendenti licenziati illegalmente durante la pandemia di Covid nel 2020, dopo una recente sentenza della Corte Federale in Sydney su tre casi pilota. La corte ha imposto un indennizzo totale di 170 mila dollari australiani (105 mila euro) per i tre licenziati che avevano fatto ricorso. Il sindacato Transport Workers Union che ha avviato la causa nel 2020, andrà ora in mediazione con la Qantas per finalizzare i risarcimenti per gli altri lavoratori licenziati, in base alle somme assegnate ai tre casi (30 mila, 40 mila e 100 mila dollari). Le somme dovute agli individui variano, ha spiegato il segretario nazionale del sindacato Nick McIntosh, ma secondo le stime la Qantas dovrà sborsare risarcimenti per un totale sopra i 100 milioni di dollari australiani (62 milioni di euro).

Qantas, fondata nel 1920, è una delle società aeree più antiche al mondo, rappresentando l'orgoglio dell'Australia nell'industria dell'aviazione.

QANTAS HA ESTERNALIZZATO IL SERVIZIO BAGAGLI DURANTE LA PANDEMIA TAGLIANDO 1700 POSTI. Durante la pandemia Qantas ha licenziato 1700 addetti ai bagagli citando misure di riduzione dei costi mentre le restrizioni ai voli continuavano a devastare il settore, ma non li ha poi reimpiegati, continuando ad esternalizzare il servizio bagagli. Il giudice della Corte Federal Michael Lee ha esortato il sindacato e l'aerolinea a risolvere la questione dei risarcimenti. L'amministratrice delegata della Qantas Vanessa Hudson ha rilasciato una dichiarazione di scuse al personale di terra, assicurando che la compagnia lavora per accelerare i pagamenti.

L'ACCUSA DEGLI AMBIENTALISTI: EXTRA COSTI AI PASSEGGERI PER VOLI CARBON NEUTRAL. La notizia di pesanti risarcimenti arriva pochi giorni dopo un'accusa di greenwashing arrivata dal gruppo ambientalista Climate Integrity che ha accusato Quantas di ingannare i viaggiatori chiedendo un extra per poter viaggiare ad emissioni ridotte, pur non avendo un piano credibile per ridurre l'inquinamento. Una relazione dettagliata presentata all'Australian Competition e Consumer Commission prende di mira le affermazioni della Qantas che si dice sulla strada giusta verso "emissioni zero nette entro il 2050" e assicura che il costo aggiuntivo neutralizza l'impatto ambientale dei voli. La relazione dell'Environmental Defenders Office sostiene che la Qantas dà la falsa impressione di operare voli sostenibili, che in realtà sono fortemente inquinanti e mentre il settore non ha un chiaro piano di decarbonizzazione. "I consumatori tengono conto sempre più nello loro decisioni dell'impatto sul clima e della sostenibilità. Se non hanno informazioni chiare su quale sia l'impatto, non possono prendere decisioni informate", sostiene la relazione. "Esagerare le proprie credenziali ambientali dà un falso senso di progresso, mentre sono urgenti riduzioni vere e profonde delle emissioni", aggiunge. La Qantas e la sua affiliata low cost Jetstar assicurano i clienti che viaggeranno 'carbon neutral' pagando un extra (di 5,60 dollari australiani pari a 3,45 euro) per un volo Sydney-Melbourne andata e ritorno, destinato a finanziare la prevenzione degli incendi boschivi, la conservazione delle foreste pluviali e altri progetti ambientali per ridurre le emissioni di CO2.

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